Cantona: “Il pugno al tifoso? Dovevo colpire più forte”
La maglia numero 7, il colletto alzato, i gol di pregevole fattura, un talento cristallino e un carisma fuori dal comune. Eric Cantona ha lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio, anche se quando si pensa a lui è inevitabile parlare anche del celebre episodio del 22 gennaio 1995. Sono passati 21 anni da quel Crystal Palace-Manchester United, in cui Cantona si rese protagonista di un gesto tutt’altro che edificante ma che ha comunque fatto la storia. Dopo essere stato espulso dall’arbitro per aver colpito con un calcio il difensore avversario Richard Shaw, reo di una trattenuta nei suoi confronti, Cantona all’uscita dal terreno di gioco perse la testa.
Insultato da un tifoso, Matthew Simmons, Cantona reagì con un calcio in stile Kung-fu, scatenando un piccolo parapiglia. Se il sostenitore fu condannato a sette giorni di carcere, uscendo però dopo sole 24h, Cantona dovette affrontare 120 ore di servizio civile e una sospensione da parte della Federcalcio inglese di addirittura nove mesi, e della Federcalcio francese che gli precluse le porte della Nazionale
Sono passati ormai 21 lunghi anni da quella notte di folli, e Cantona è tornato sull’argomento ai microfoni di FourFourTwo. Chi si aspettava parole di pentimento è rimasto molto deluso, visto che Cantona se potesse tornare indietro non solo rifarebbe tutto, ma rincarerebbe anche la dose: “Sono atterrato in piedi. E’ per questo che sono andato a dargli anche un pugno. Ma non gli ho dato un pugno abbastanza forte. Avrei dovuto darglielo più forte". Il solito Cantona dunque, un calciatore dal temperamento super che però in campo era capace di regalare emozioni come pochi. Non è un caso infatti che gli stessi tifosi del Manchester United lo abbiano poi eletto il calciatore del secolo del club