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Caniggia: gol, scandali e una figlia con un ‘corpo da reato’

Famoso anche in Italia soprattutto per aver vestito le maglie di Atalanta e Roma, adesso si gode la vita a Marbella dove nel corso degli anni da calciatore aveva effettuato diversi investimenti immobiliari. Unica preoccupazione, le ‘marachelle’ della figlia Charlotte spesso al centro del gossip.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Dai trofei in Scozia fino allo scandalo cocaina in Italia

Claudio Paul Caniggia, cresciuto nel River Plate, esordì nella massima serie argentina nella stagione 1985-1986. Diventò però titolare fisso solo l'anno successivo restando al River Plate fino al 1988, dopo altre due stagioni in cui segnò 8 gol. Fu però nel 1988 che iniziò la sua avventura nel campionato italiano. Lo fece con la maglia del Verona, che lo acquistò per 3 miliardi di lire segnando 3 gol in Serie A.

Un’avventura partita male poichè riportò una frattura ad una gamba che lo tenne lontano dai campi per quattro mesi. L'anno successivo si trasferì all'Atalanta: in tre stagioni collezionò 85 presenze e 26 gol in Serie A e due partecipazioni alla Coppa UEFA. Nel 1992 fu acquistato dalla Roma, fase cruciale della sua carriera, per 13 miliardi di lire. Segnò 4 gol in campionato, ma soprattutto, dopo la partita Roma-Napoli, fu trovato positivo alla cocaina e il giorno successivo subì una squalifica di tredici mesi.

Il riscatto in Scozia dopo la squalifica

Dopo questa maxi squalifica, si trasferì al Benfica facendo ritorno solo nel 1995 in Argentina, al Boca Juniors. Nella stagione 1996-1997 restò praticamente inattivo, così, nel 1999 tornò all'Atalanta, in Serie B, dove giocò 17 partite segnando un gol. Successivamente poi fu ceduto agli scozzesi del Dundee FC, e nel 2001 fu acquistato addirittura dal Glasgow Rangers, dove restò per due stagioni. In Scozia collezionò 77 presenze segnando 21 gol. Ma nonostante questo, nella stagione 2003-2004 chiuse la carriera in Qatar, nel Qatar Sports Club, con 18 presenze e 5 gol.

Tornò però all'attività agonistica nella stagione 2012-2013, ingaggiato dalla società semi-professionistica inglese del Wembley, con la quale riuscì a segnare però solo una rete in FA Cup e 7 reti in 15 presenze in campionato. La stoffa del campione gli era sempre rimasta. Nella sua carriera ha vinto 1 campionato argentino, 1 scozzese con i Rangers, 2 Coppe di Scozia e 2 Coppe di Lega scozzesi. A livello internazionale ha vinto 1 Coppa Libertadores con il River Plate nel 1986, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Coppa Interamericana sempre con il River. Tanti anche i trofei vinti con la nazionale argentina: 1 Coppa America e 1 Confederations Cup.

https://youtu.be/2n0h3S_CXAA

“Figlio del vento” anche al volante

Claudio Paul Caniggia è sempre stato amante della bella vita, celebri le sue scappatelle nel Principato di Monaco a bordo di auto supersportive durante il giorno di riposo concesso da Mondonico ai tempi della militanza atalantina («Due giorni a Montecarlo. Il mercoledì mattina, poi, sveglia alle 6.30 e partenza: Principato-Bergamo in due ore e mezza, in Porsche, a 240 km all’ora. A volte con multa, a volte no: “Sei Caniggia? Vai pure, ma prima fammi l’autografo”»).

Il suo soprannome, “il figlio del vento”, gli calza a pennello anche quando è al volante. Famoso l’episodio raccontato dallo stesso argentino riguardo alla sua seconda esperienza alla Dea: «La gara più divertente è quella con Doni nel 2000: una mattina sto andando al campo e a due km dal centro sportivo Cristiano mi sorpassa. Suono il clacson e scatta la sfida. Supero, mi risupera, freno, si avvicina, finché arriviamo a Zingonia, lo sorpasso definitivamente ed entro al campo d’allenamento per primo, a tutta velocità che tanto non c’è nessuno».

I pettegolezzi e l’esclusione dal mondiale del ‘98

La sua vita privata è sempre stata oggetto di pettegolezzi sempre smentiti da Caniggia: dalle feste in casa alle stanze d'albergo distrutte per far passare il trenino dei suoi figli da una stanza all’altro. Famoso anche per il suo rapporto non idilliaco con Daniel Passarella, ct dell'Argentina che non lo convocò ai mondiali di Francia '98 per colpa dei suo lunghi capelli biondi.

Lele Mora e la cocaina

Ma la sua carriera è stata falcidiata anche dall’uso di droga. Ai tempi del Verona, durante la convalescenza da un grave infortunio Caniggia incontra Lele Mora, all'epoca proprietario di un salone di bellezza nel pieno centro della città scaligera e coinvolto in un giro di spaccio (è stato poi condannato per questo), tra i tifosi gialloblu iniziano a circolare delle voci su un suo presunto uso di cocaina, che saranno poi confermate dalla pubblicazione di alcune intercettazioni effettuate dagli inquirenti. Ma non è l’unico episodio per il classe ’67 nato ad Henderson. Infatti, dopo solo 15 presenze e 4 gol con la maglia della Roma, il 15 marzo 1993 durante un controllo antidoping viene trovato positivo alla cocaina e squalificato per 13 mesi.

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La figlia Charlotte: dalla penisola iberica all’Isola dei Famosi

Adesso che vive in Spagna con la moglie Mariana Nannis e i tre figli Axel, Alexander e Charlotte, non è più lui ad essere al centro delle riviste di gossip, ma proprio l’unica figlia che nel 2015 ha partecipato all’Isola dei Famosi, mettendo in mostra tutto il suo prorompente fisico. Molto apprezzato soprattutto dal calciatore argentino della Roma Juan Manuel Iturbe con cui la biondissima Charlotte ha avuto una storia sentimentale durata per qualche mese.

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Proprietario di immobili e turista: il quotidiano di Caniggia

E oggi? Basta citare le parole del diretto interessato per avere una visione completa della sua quotidianità lontana dai campi di calcio. “Oggi vivo in Spagna, a Marbella. Quando giocavo sono venuto in vacanza qui ed ho fatto alcuni investimenti immobiliari che nel tempo ho fatto fruttare. Non sono nel calcio come allenatore o dirigente, aiuto solo alcuni amici che fanno i procuratori di calciatori giovani perché serve sempre conoscere qualcuno con i contatti giusti. Quando mi ci metto però, arrivo a personaggi che normalmente un giovane procuratore non riesce ad avvicinare. Vivo la mia vita con grande serenità e ogni tanto faccio qualche corso dove alleno dei ragazzi».

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