Campioni ma ‘fragili’: da Rossi a Baggio, ecco le loro storie
A volte, realizzare il sogno di diventare un grande calciatore, non è solo questione di bravura. Infatti, oltre a dimostrare in campo il proprio valore, è fondamentale anche il cosiddetto “fattore C”. Sono tanti infatti i calciatori, che per diversi motivi, ma soprattutto per via di uno sfortunato percorso, contrassegnato da gravi infortuni, non hanno potuto avere la brillante carriera che probabilmente meritavano. Vediamo quindi chi sono alcuni dei calciatori presi in considerazione.
“Pepito” nazionale che non ha saputo più rialzarsi
“Rialzati Giuseppe, vedrai che tutto questo un giorno sarà solo un lontano ricordo”. Saranno stato queste le parole che si è sentito dire troppe volte nella sua carriera Giuseppe Rossi. Si, perchè la sua notevole trafila di infortuni partì quando aveva sola 20 anni. Ma fu nell'Ottobre del 2011, che probabilmente Rossi subì il più grave in assoluto. Rimediò infatti la rottura del legamento crociato del ginocchio destro, restando fuori 6 mesi. Nemmeno il tempo di tornare che il Villareal, squadra in cui militava allora, lo perse per altri 4 mesi.
Il Barcellona era davvero pronto ad acquistarlo, ma ormai era troppo tardi e così arrivò la Fiorentina, pronta a rimetterlo in carreggiata. Giocò un grande inizio di stagione guidando la classifica dei cannonieri, memorabile il 4-2 alla Juventus nei suoi anni con la Viola, ma nel 2014 a causa di uno scontro con Rinaudo si infortunò per altri 4 mesi. Provò a recuperare ma dopo qualche mese Rossi fu vittima di un altro infortunio. Ad oggi gioca in Spagna, al Celta Vigo in prestito dalla Fiorentina, speranzosa ancora di vederlo come qualche anno fa.
“Divin Codino” ancora nella memoria degli italiani
Era il 1985, Roberto Baggio aveva solo 18 anni, e dovette operarsi per la rottura del legamento crociato anteriore e del menisco. Dopo essere passato dal Vicenza alla Fiorentina tornò in campo nel febbraio del 1986, ma a settembre dello stesso anno, a una settimana dall’esordio in Serie A, un’altra lesione al menisco del ginocchio destro lo costrinse a una nuova operazione e rimanere fermo quasi fino al termine della stagione. Nel 1994, dopo il tanto discusso passaggio ai rivali della Juventus, subì una lesione tendinea al ginocchio destro facendo rientro in campo solo dopo 5 mesi di stop.
Agli inizi del nuovo millennio, nel 2002, Baggio giocava con il Brescia, e si procurò la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro con lesione del menisco, riuscendo però a tornare in campo a soli 77 giorni dall’operazione, giusto in tempo per salvare le Rondinelle dalla retrocessione.
Il “vero” Ronaldo, il vero fenomeno
Era il 1999, i 90 miliardi spesi dall’Inter per portarlo in Italia fischiano ancora nelle orecchie dei tanti club europei interessati a quel fenomenale calciatore brasiliano chiamato Ronaldo. All’inizio della sua terza stagione all’Inter, si procurò una lesione al tendine rotuleo del ginocchio destro. Riuscì a tornare in campo il mese d’aprile nel 2000, ma dopo soli 6 minuti di gioco si infortunò nuovamente, questa volta la rottura del suo tendine rotuleo fu totale.
Rimase ai box per più di un anno. Ma otto anni dopo, nel 2008, quando firmò per il Milan, finì nuovamente sotto i ferri per la rottura del tendine rotuleo del ginocchio sinistro. Tornò in campo poi solo nel 2009 con il Corinthians. Uno dei campioni e dei talenti più puri della nostra storia del calcio. Rimpianto tremendo per la tanta sfortuna avuta davvero da questo fenomeno del calcio mondiale.
La carriera tormentata di Redondo
Eleganza, tecnica ed equilibrio. Fernando Redondo, fenomeno assoluto del calcio spagnolo, nell’estate del 2000, si trasferì dal Real Madrid al Milan, ma si infortunò quasi subito al legamento crociato anteriore del ginocchio destro in allenamento. Uno scontro che lo costrinse a sottoporsi a tre operazioni chirurgiche. La prima con asportazione parziale del tendine rotuleo, la seconda a Madrid per la pulizia del tendine rotuleo e la terza a Buenos Aires per la ricostruzione del tendine rotuleo affetto da tenosinovite cronica.
Indossò addirittura per la prima volta la maglia del Milan in una partita ufficiale dopo praticamente due anni e mezzo di stop. Un calvario infinito per uno straordinario talento del calcio che avrebbe potuto dire sicuramente molto di più di quanto fatto fino alla data del suo ritiro dal calcio giocato nel 2004. Motivo? Indovinate un po’. L’ennesima ricaduta al ginocchio.
van Basten e il problema alla caviglia
Come dimenticarsi di Marco Van Basten che, giocando praticamente con una sola caviglia, diede l’addio al calcio a soli 30 anni nel 1995. Storie di sfortuna che hanno visto protagonisti anche altri calciatori del passato ma anche del presente come Daniele Galloppa, Thiago Alcantara o Abou Diaby che nell’Arsenal, nel 2013, fece registrare il suo 39esimo infortunio in carriera.
E che dire di Nicola Pozzi che subì una lesione del legamento collaterale mediale con la Sampdoria, poi una stagione piena di ricadute a Siena e infine un'altra lesione del legamento crociato anteriore a Parma. Se non è sfortuna questa.