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Campioni fa rima con bidoni… quattro flop clamorosi in Serie A

Larrivey era soprannominato ‘el Bati’ e Cellino lo prese convinto che avrebbe sfondato come Batistuta. Jancker, ex Bayern, a Udine segnò 2 gol in 2 stagioni. Jardel giunse in Italia grasso e impacciato. Il magico Rivaldo a Barcellona sembrava la brutta copia di sé con la maglia del Milan.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Acquistati dai vari presidenti per fior fior di milioni e annunciati come fenomeni pronti a far divertire il pubblico. Sono le “pippe” del calcio italiano. Tanti gol in altri campionati, ma pochi, a volte anche nessuna rete nelle squadre che hanno provato a fargli replicare quanto di buono fatto negli anni precedenti. Vediamo chi sono.

Di Batistuta ce n’è uno… Cellino puntò su ‘el Bati' ma era Larrivey

Javier Larrivey, fu presentato come l'erede di Batistuta, il suo soprannome, “El Bati”, e la sua somiglianza all’ex bomber della Fiorentina facevano ben sperare al numero uno del Cagliari Massimo Cellino, che lo portò in Sardegna convinto di aver messo a segno un vero e proprio colpaccio. Era il Cagliari di Matri e quella prima stagione, con Ballardini in panchina, “El Bati” segnò un solo gol all’ultima giornata di campionato esultando con le mani giunta rivolte verso le tribune del Sant’Elia, quasi a volersi scusare per le deludenti prestazioni. Fra panchine e tribune, gli anni successivi, Larrivey realizzerà qualche altro gol con Allegri in panchina, ma i paragoni con il “Re Leone” erano davvero lontani.

Enrico Locci / LaPresse 02-09-2012 Cagliari Sport CalcioCagliari - Atalanta - Serie A Tim 2012/2013 Nella foto: rigore sbagliato da larrivey Enrico Locci / LaPresse 02-09-2012 Cagliari (Italy)Sport SoccerCagliari- Atalanta - Italian Serie A Soccer League 2012/2013In the Photo: to penalty miss by larrivey

Jancker dal Bayern Monaco per rilanciare l’Udinese

Scelto per rimpiazzare il "Pampa" Sosa: forza fisica impressionante ed un passato di tutto rispetto, l’ex attaccante del Bayern Monaco, Carsten Jancker arrivò all’Udinese nel 2002 e realizzò fino al 2004 solo 2 gol. Pochini per un che aveva conquistato ben quattro campionati tedeschi, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e due Coppe di Germania. La voglia di riscattarsi altrove dopo le sciagurate prestazioni in Baviera, arrivò quando i Pozzo gli proposero un contratto con i bianconeri. Le ottime premesse non furono confermate: il tedesco si impegnava e combatteva, ma vedeva raramente la porta avversaria e spesso finiva in panchina. Ad inizio 2004 giunse dal giocatore la proposta di rescissione del contratto, che fece letteralmente saltare di gioia i dirigenti dell'Udinese.

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“Scusate, ma questo è davvero Mario Jardel?”

Arrivò in Italia grasso e impacciato, sembrava quasi l’ombra di sé stesso. L’Ancona acquistò Mario Jardel nel 2004 nella speranza di salvare o almeno rilanciare una squadra che nel frattempo in A aveva già cambiato tre allenatori. Appena 3 presenze per lui e nessun gol, la prima a San Siro contro il Milan. Di lui in parecchi, nelle Marche, ricorderanno la sua presentazione. Oltre agli evidenti chili di troppo, il brasiliano, presentato in occasione della gara fra l’Ancona e il Perugia, fu invitato ad andare a salutare i tifosi sotto la curva. Peccato però che “bomber” Jardel si diresse convinto verso quella del Perugia.

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Rivaldo, flop clamoroso al Milan di Ancelotti

Il Milan di Berlusconi si sa, ha sempre fiutato gli affari più importanti portando a San Siro sempre calciatori di un certo spessore (almeno fino a qualche anno fa). Rivaldo fu uno di questi. Arrivò dal Barcellona nel 2002 e si presentò al Milan con diverse buone prove e anche qualche gol. Ma era inevitabile non notare però la poca cattiveria del giocatore, pochissimo lavoro di squadra, lampi centellinati al minimo sindacale. Ancelotti nella prima parte di stagione gli diede fiducia incondizionata, poi capì che non c’era nulla da fare e iniziò a relegarlo in panchina: una volta, due volte, fino a uscire del tutto dai titolari. Quel Milan vincerà la Champions League, ma Rivaldo non ne fu protagonista. Lasciò i rossoneri l’estate successiva.

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