Caldo e chilometri, insidie Mondiali per l’Italia in Brasile

L'Italia inizia a macinare chilometri: per gli Azzurri la strada che porta alla finalissima di Rio de Janeiro si preannuncia lunghissima, in tutti i sensi. Saranno oltre 11mila i chilometri che la squadra di Prandelli dovrà percorrere per le sole tre sfide contro Inghilterra, Costa Rica ed Uruguay. In caso di arrivo in finale, insomma, sarebbe un vero e proprio percorso "mondiale", nel senso più lato del termine. Basti pensare che per andare da Roma a Mosca i chilometri sarebbero appena duemila: insomma, forse assegnare i Mondiali ad un paese più grande dell'Europa intera potrebbe non essere stata una gran trovata. Gli Azzurri, tuttavia, potrebbero esserci un po' abituati: del resto, che tutti gli italiani siano un po' viaggiatori ed avventurieri lo dimostra la Storia. I Romani arrivarono in pochi decenni ad unificare un territorio che andava dalla Scozia all'Arabia Saudita, che per un'epoca in cui il cavallo era l'unico mezzo di locomozione fu un'impresa epica. E che dice di Cristoforo Colombo ed Amerigo Vespucci, che il mondo volevano girarlo tutto e si imbatterono strada facendo in un nuovo continente?
Insomma, italiani popolo di santi, navigatori e viaggiatori. Ed in Brasile ci vorranno un po' tutte le tre doti. Saremo la quinta nazionale per chilometri percorsi nella fase a gironi, davanti a noi soltanto gli Stati Uniti con quasi 15mila chilometri, il Messico con poco più di 14mila chilometri, il Giappone con 11.500 chilometri e la Costa D'Avorio con 11.240. Come è stato possibile? Semplice: il ritiro degli Azzurri si trova a Mangaratiba, nel sud del paese, a 50 chilometri dall'aeroporto Santa Cruz di Rio de Janeiro. Da lì per giocare contro l'Inghilterra sabato, l'Italia percorrerà in aereo 2.850 chilometri per arrivare a Manaus: e insomma, siamo già a quasi 3000 chilometri solo andata. Calcolando anche i viaggi a Recife per giocare contro la Costa Rica e quello a Natal per sfidare l'Uruguay, l'Italia avrebbe sforato quota 14mila chilometri, diventando la nazionale più girovaga del torneo.
La FIGC però si è mossa per tempo: a cavallo della sfida tra Costa Rica ed Uruguay, anziché tornare a Rio e da lì a Mangaratiba, gli Azzurri resteranno nei pressi di Recife, che da Natal, sede della terza sfida, dista soltanto 250 chilometri. Tradotti, un "risparmio" di ben 3mila chilometri complessivo, che abbassa la distanza percorsa ad "appena" 11.069 chilometri. Ma a qualcuno è andata molto meglio, come il Belgio: per giocare le tre sfide del proprio girone, percorrerà soltanto 1.784 chilometri. L'Argentina, che rispetto alle squadre europee ha viaggiato molto meno per arrivare nel limitrofo Brasile, arriverà ad appena 3.500 chilometri. Insomma, poteva andarci decisamente meglio. Ma almeno, se si ripensa ad USA 1994, potremmo almeno esserci assicurati la finalissima. Già, perché anche ad USA 1994 (altro paese geograficamente sterminato), l'Italia viaggiò oltre 10mila chilometri: nel girone perdemmo con l'Irlanda, pareggiamo con il Messico e battemmo la Norvegia, ma fummo ripescati come una delle migliori terze che accedevano agli ottavi (su sei squadre arrivate terze, ne ripescarono quattro. E noi fummo proprio i quarti ripescati). Ma da lì in poi, facemmo fuori Nigeria, Spagna e Bulgaria, perdendo solo ai rigori la finalissima con il Brasile. Dita incrociate.