Calcioscommesse, revocato il carcere per Mario Moxedano

Revocato il carcere per Mario Moxedano, l'imprenditore 61enne già presidente del Neapolis Mugnano (Serie D), che era stato arrestato nelle scorse settimane nell'ambito dell'inchiesta del calcioscommesse della Procura di Catanzaro che ha stravolto gli organici di Serie B, Lega Pro e Serie D. La difesa di Moxedano ha infatti chiesto ed ottenuto la revoca della misura cautelare che sarà dunque sostituita dagli arresti domiciliasi, fissati ad Ischia.
La difesa ha puntato tutto sulla mancanza della necessità di misure cautelari, visto che nelle ultime settimane la situazione del Neapolis Mugnano è completamente mutata: la società è stata messa in liquidazione ed ha già rinunciato all'iscrizione alla prossima Serie D, formalizzando il tutto alla Lega Nazionale Dilettanti. A questo va aggiunto che l'imprenditore stesso è incensurato: tutti elementi che hanno portato il giudice delle indagini preliminari Parisi a concedere i domiciliani al 61enne campano.
In un primo momento, erano state contestate a Mario Moxedano anche le aggravanti delle finalità mafiose per dei presunti contatti con il clan Iannazzo dell n'drangheta di Lamezia Terme: aggravante che però lo stesso gip ha escluso in sede di convalida del fermo. Le indagini, intanto, vanno avanti: l'inchiesta di Catanzaro, denominata Dirty Soccer, continua a scavare nel marciume del calco italiano che, dalla Serie B all'Eccellenza, sembra davvero essere un fiume in piena. Il 22 luglio scorso, alla chiusura del primo filone di indagini, erano oltre 40 le partite sotto inchiesta, con 36 società coinvolte di cui 7 per responsabilità diretta ed a rischio retrocessione, con oltre cento deferimenti per "illecito sportivo, associazione finalizzata all'illecito e divieto di scommesse".