Calcioscommesse, Ranocchia: “Salernitana-Bari fu una gara regolare”

Nessun tentativo di combine, nemmeno presunto. Nessun accomodamento della partita andato a buon fine. Il difensore dell'Inter, Andrea Ranocchia, è stato ascoltato ieri mattina in Procura a Bari in qualità di teste nell'udienza del processo sul Calcioscommesse: si tratta del filone pugliese sull'inchiesta che ha sollevato il coperchio sull'ennesimo scandalo che ha travolto il calcio italiano, dossier che fa il paio con i rinvii a giudizi chiesti di recente dalla Procura di Cremona. Due i match finiti sotto la lente degli inquirenti, entrambi riferiti al campionato di Serie B della stagione 2008/2009: Bari-Treviso e Salernitana-Bari.
Ranocchia, all'epoca ex difensore dei pugliesi, ha negato che ci fossero irregolarità o condotte antisportive e poi reso dichiarazioni favorevoli nei confronti di Antonio Conte, attuale commissario tecnico della Nazionale e all'epoca dei fatti allenatore del Bari. "Quella giocata contro la Salernitana fu una partita giocata in maniera regolare, – ha ammesso il calciatore dell'Inter -. Per quanto mi riguarda nulla ci fu di strano. Anzi, la ricordo come una partita molto combattuta, molto intensa come spesso accade sui campi del Sud. In quell'occasione segnai anche un gol".
Cosa contesta la Procura della Repubblica di Bari? Secondo la tesi degli inquirenti il club biancorosso avrebbe venduto quella partita (e con essa anche Bari-Treviso) per la somma di 220mila euro. A vincere la gara dell'Arechi furono i granata campani che s'imposero per 3-2. "Noi eravamo già matematicamente promossi in serie A – ha aggiunto ancora Ranocchia nel corso della sua udienza – ma andammo in campo come sempre per fare la nostra partita. Il nostro mister, Antonio Conte, ci disse che avremmo dovuto mantenere la giusta concentrazione, ci incoraggiò ad andare a Salerno per vincere ancora".