Calcioscommesse, Gattuso: “Mai truccato partite, piuttosto mi ammazzo” (video)
La rabbia di ‘ringhio'. "Sono arrabbiato e offeso", attacca così nell'intervista esclusiva a Sportmediaset l'ex calciatore del Milan Gennaro, il cui nome è emerso nel filone d'inchiesta della Procura di Cremona sul Calcioscommesse. "Sono sereno e vado a chiarire tutto. Non voglio avere macchie sulla mia carriera. Non ho mai scommesso in vita mia". Cade dalle nuvole il campione del mondo del 2006 che ha usato parole forti per commentare la situazione dimostrandosi pronto a gesti estremi in caso di conferma dei sospetti sul suo conto: "Mai e poi mai ho pensato minimamente di poter truccare una partita. Se venisse dimostrato, sono disposto ad andare in piazza, so di dire una cosa forte, e ad ammazzarmi – così Gattuso a SkySport – Chi mi conosce sa che non ci sto a perdere neanche una partitella, neanche a scopa con gli amici".
La difesa del suo agente. "Per Rino è stato sicuramente un fulmine a ciel sereno, è caduto dalle nuvole – ammette Andrea D'Amico, agente di Gattuso, a Sky Tg24 -. C'è bisogno di sapere di più e ora i legali prenderanno i contatti con la Procura per capire quali siano i contorni di questa vicenda che sicuramente ha sorpreso tutti. La cosa importante è non avere fretta di tirare conclusioni o emettere giudizi, perchè bisogna capire anche come certi nomi vengano fuori. Rino non sa come mai il suo nome sia balzato agli onori delle cronache -risponde- ed è curioso di capire le circostanze che hanno portato a questa situazione".
Brocchi chiarisce la sua posizione. Visibilmente sorpreso per quanto accaduto anche l’ex compagno di squadra di Gattuso, Brocchi il cui nome è nel mirino della Procura. L’ex centrocampista di Inter, Milan e Lazio ha chiarito la sua posizione partendo dai rapporti con uno degli arrestati Bazzani ai microfoni di RaiSport: “È una persona che conosco da una decina d'anni come altre centinaia di persone al quale ho regalato biglietti e maglie. È una persona con cui ho avuto negli anni rapporti per degli accrediti per delle partite. È un amico di un amico che adesso non c'è più. Tutto è nato da lì, dal fatto che quando aveva dei problemi mi chiedeva un biglietto per vedere le partite, ma io in questo non ci vedo niente di male: ho dato centinaia di biglietti e di maglie. Ho portato agli inquirenti in maniera spontanea i miei due computer visto che quando sono venuti a casa mia per la perquisizione io non c'ero. Senza nessun tipo di problema li ho portati senza nessun timore, senza nessuna paura, senza nessuna vergogna posso mostrare la mia vita. Sono cinque mesi che insegno ai ragazzini i valori dello sport ed essere chiamato in causa in questa facceda, mi da molto fastidio".