Calcioscommesse e camorra: il denaro corre sull’asse Singapore-Napoli?
Scommesse su internet, da Singapore all’Italia, passando per l’Europa dell’Est. La frode sportiva si fa globale. Prendono il nome di reati transnazionali, come il traffico di stupefacenti, che è sinonimo di traffico di denaro, e in quanto tale un’organizzazione criminale come la “camorra” non poteva starne lontana.
Dalle indagini sul nuovo filone dell’inchiesta “Last Bet”, che ha portato all’arresto di Cristiano Doni e altre 16 persone, spunta la camorra. Come riferisce Repubblica.it ci sarebbe un collegamento tra l’organizzazione criminale asiatica e quella campana. A quanto pare, era possibile scommettere via internet sui bookmakers di Singapore e incassare la vincita a Napoli. A fare da garanti sarebbe stato un gruppo di cinesi che opera nella città partenopea. La camorra userebbe le scommesse per riciclare denaro sporco e ha innestato a Napoli una sorta di centrale operativa. A rivelarlo è un pentito, lo slavo Crtvak, che non fa riferimento a partite specifiche, ma tira in ballo un’intera organizzazione che grazie alla supervisione della camorra riusciva a manipolare o truccare, partite di Serie A e dei campionati minori. La camorra avrebbe “comprato” , o se vogliamo assoldato, bookmakers esteri con l’autorizzazione a scommettere in Italia. Ieri, è emerso che tra le partite sotto esame dalla Procura di Cremona c’è anche una gara del Napoli dello scorso campionato di massima serie: Napoli-Sampdoria 4-0. L’estate scorsa, nel corso della prima tranche di indagini, un’altra partita di partenopei finì nell’occhio del ciclone. Si tratta di Napoli-Parma 2-3 del 25 aprile 2010. Dalle indagini emerse che a bordo campo c’era il boss Antonio Lo Russo e che, nell’intervallo, molte persone riconducibili ai clan Lo Russo e agli Scissionisti effettuarono scommesse piuttosto elevate sulla vittoria del Parma.
La mano della camorra, quindi, si allunga sullo scandalo calcioscommesse, attraverso legami d’affari molto stretti con i cartelli singaporiani e balcanici. Attualmente, la procura di Napoli, insieme all’Interpol, lavora su due fronti: il primo riguarda il lavoro dei clan cammorristici per manipolare le partite con l’ausilio di alcuni calciatori, il secondo riguarda l’ambiguo ruolo delle agenzie di scommesse.