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Calciopoli verrà riscritta: parola di Moggi che annuncia un’intercettazione shock

Alla ripresa del processo a Napoli, Luciano Moggi ha annunciato scossoni decisivi: una nuova intercettazione, che riguarderebbe l’Inter, sconvolgerà Calciopoli. Intanto, trema la Roma mentre Fiorentina e Lazio chiedono i danni.
A cura di Alessio Pediglieri
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calciopoli moggi

E' una guerra psicologica infinita che dura da cinque anni. Calciopoli non lesina coli di scena, ribaltoni e ripercussioni a lunga gittata. Da un lato c'è l'oramai evidente dualismo Juventus-Inter per il tricolore più conteso della storia del calcio, dall'altro c'è Luciano Moggi e la sua battaglia per dimostrare che il ‘marcio' nel calcio non era lui, o almeno, non solo lui.  Così, mentre la Juventus si rivolge al Tnas, l'ex dirigente bianconero se ne esce con l'ultima ‘bomba': un'intercettazione che sconvolgerà il processo napoletano.

LA MADRE DI TUTTE LE TELEFONATE – "È stata trovata un'intercettazione che sconvolgerà il processo…". Luciano Moggi è uscito allo scoperto nei giorni scorsi e ha confermato che dal lavoro del ‘suo' consulente informatico Nicola Penta sarebbe uscita una telefonata, inedita, fra un arbitro e i vertici arbitrali alla vigilia di una partita della Juventus nell'anno finito dentro Calciopoli, destinata a dimostrare a smontare definitivamente l'accusa di associazione a delinquere. "Il 27 di questo mese – ha preannunciato Moggi – parlerò in aula a Napoli e vedrete come questo nuovo elemento dimostrerà il contrario di quanto ci hanno detto. Questa intercettazione dice che è stato fatto un processo volutamente per togliere di mezzo la Juve e mettere al centro altri". Un ‘asso nella manica' che l'ex dirigente bianconero sta per mettere sul tavolo convinto di sbancare il banco. Al momento non è filtrata alcuna indiscrezione e, per una volta, il contenuto dell'intercettazione sotto esame è top secret. Si vedrà al momento della deposizione se sarà davvero una telefonata stravolgente per Calciopoli  e rimettere in dubbio il coinvolgimento di Moggi in quello che è stato il peggior periodo del calcio italiano, fatto di scandali e sentenze che hanno indignato i più.

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CONTENUTO SEGRETO MA RIGUARDA L'INTER – Il lavoro di investigazione da parte dei giornalisti è stato vano. Il contenuto non è stato svelato ma, nell'insieme delle ipotesi e della ricostruzione di ciò che potrebbe essere, la ‘bomba' ad orologeria di Luciano Moggi potrebbe essere un colloquio telefonico tra l'allora designatore arbitrale Bergamo con Rodomonti, alla vigilia di un Juventus-Inter. Insomma, al di là di sapere in anteprima il contenuto, già l'idea di una intercettazione compromettente poco prima di un match tra i due grandi contendenti di Calciopoli basterebbe. Ma c'è di più. I più attenti colleghi che da sempre seguono la vicenda dal lontano 2006, hanno supposto che tale telefonata chiarirebbe ulteriormente un'altra intercettazione, già ascoltata e agli atti, dell'allora Presidente Carraro che chiarirebbe la teoria moggiana del "così fan tutti". In questa telefonata, a colloquio ci sono Carraro e Bergamo con il presidente federale che prega non ci siano favoritismi bianconeri contro l'Inter: "Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Che è una partita delicatissima, in un momento delicatissimo, della Lega, eccetera…Per carità di Dio – continua Carraro nella telefonata a Bergamo – che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carità".

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LA ROMA TREMA PER UN CAFFE' – Al momento nulla è dato sapere, solo questa velata allusione, tipica di Moggi, nel saper dire poco meno di quanto non sappia realmente, per creare dubbi e curiosità ma soprattutto per accentrare di nuovo l'attenzione su di sè. Il 27 la difesa di Luciano Moggi chiederà al collegio giudicante l'ascolto dell'intercettazione annunciata durante l'arringa finale e si assisterà al presunto terremoto. Intanto, in tema di intercettazioni, potrebbe tremare anche una società che fino ad oggi è rimasta ai margini di Calciopoli: la Roma.  Ci sarebbe infatti, un altro colloquio inedito e che riguarderebbe la società giallorossa: una telefonata fra un dirigente romanista dell'epoca e uno della Figc ritenuta di massima rilevanza dai carabinieri, ma non presa in considerazione. Si parlerebbe di un ‘caffè' attorno al quale chiarire la situazione giallorossa che chiedeva un occhio di riguardo. La telefonata sarebbe del 10 maggio del 2005. La situazione è difficile per i giallorossi che rischiano la retro­cessione, proprio come la Fiorentina, e la preoccupazione di Rosella Sensi raggiunge livelli massimi, tanto che il dirigente federale rassicura tutti: "Senti fa’ una cosa, quando si fa’ l’incontro a Roma, mettiamo noi si faccia il pranzo, magari si va a prendere un caffé da Rosella Sensi…Va bene dai te lo prometto, o martedi o mercoledì..”

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FIORENTINA E LAZIO CHIEDONO I DANNI – Mentre Moggi aspetta e la Juventus attende sviluppi favorevoli, altre due società si stanno muovendo: Lazio e Fiorentina. Sia i capitolini che i gigliati hanno espresso l'intenzione di procedere con la richiesta di risarcimento danni una volta finito il processo napoletano. L’avvocato della Lazio, Gianmichele Gentile è stato chiaro: "La Lazio aspetta le sentenze del processo di Napoli e qualora si arrivasse a una sentenza assolutoria, come ci aspettiamo, inizierebbe la nostra battaglia per ottenere risarcimenti. Eravamo convinti che la posizione della Lazio fosse diversa già in partenza: Lotito non andava a cena con arbitri né cercava benevolenze in alto".

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PROCESSO RIPRESO, SENTENZA A NOVEMBRE – Intanto, proprio oggi si è ripreso il processo di Calciopoli 2. Dopo la lunga pausa estiva, dovuta alle ferie giudiziarie, il processo di Napoli è ripartito dall'oramai famosa aula 216, ritrovando sullo scranno del presidente il giudice Teresa Casoria. Sono in programma le arringhe difensive dei legali di Innocenzo Mazzini e di Salvatore Racalbuto. Ma la vera attesa è per il 27 e la tanto chiacchierata nuova intercettazione. Se venissero rispettate le consegne, la sentenza finale dovrebbe arrivare comunque non più tardi della fine di ottobre e l'inizio di novembre. Prima dell'estate si era prospettata una conclusione più vicina ma come si sa, in Italia, la giustizia è spesso più lenta di quanto si pensi.

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