Calciopoli, Caressa rivela: “La Juve chiese la mia testa e quella di Bergomi”

A pochi giorni dalla sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso presentato da Moggi e confermato la sua radiazione definitiva, lo scandalo Calciopoli torna d'attualità grazie alle parole di Fabio Caressa. Il popolare giornalista, ex direttore di Sky Sport 24, ha rivelato particolari davvero importanti durante un incontro che si è tenuto alla "Bocconi" di Milano: "E’ stata una pagina molto brutta e io sono stato testimone di quello che accadeva, pochi mesi prima che accadesse – ha spiegato Caressa – C’erano stati degli arbitraggi che facevano pensare, in particolare in un Bologna-Juventus vinto dai bianconeri per 1-0 con un gol di Nedved. In quella partita non fu fischiato il rigore per due volte sul bolognese Cipriani che, nell’intervista a fine gara, dichiarò che gli episodi non erano importanti".
L'attacco di Caressa
"Cipriani era un giocatore della GEA – ha continuato il giornalista – e dopo che noi affrontammo l’argomento in telecronaca dicendo che due rigori non erano stati concessi, arrivò una telefonata all’allora amministratore delegato di Sky dalla dirigenza della Juventus per chiedere la mia rimozione e quella di Beppe Bergomi. Il nostro dirigente ci disse di ricordarci che noi siamo Sky e che, visto che siamo noi a dare i soldi alla Juventus per i diritti, magari un giorno chiederemo noi di decidere il loro allenatore ma loro non decideranno mai su quello che deve fare Sky. Questo fa capire che forza servisse in quel momento per resistere ad alcune pressioni".
L'attacco alla coppia di telecronisti dell'emittente satellitare, continuò anche il giorno dopo la partita: "Sulla prima pagina del Corriere della Sera, ci furono due colonne di attacco nei confronti miei e di Bergomi dicendo che Cipriani stesso aveva detto che i rigori c’erano, mistificando la realtà in una maniera ignobile. Non dico il nome del giornalista per rispetto, ma dopo uscì che era colluso con queste persone quì".