Calciopoli bis, Moratti interrogato su telefonate e dossier

Arrivato il 2011, arriva anche l'interrogatorio per Massimo Moratti che avrebbe dovuto già presenziare nel tribunale di Napoli a fine 2010 non fosse stato per la parentesi araba del Mondiale per Club che l'ha allontanato dall'Italia.
Adesso, per il presidente dell'Inter è arrivata l'ora della verità e Stefano Palazzi la prossima settimana lo vorrà testimone per rispondere di alcuni elementi fondanti l'indagine di Calciopoli Bis. Massimo Moratti dovrà infatti parlare delle molte telefonate che anche nel 2006, erano all'ordine del giorno tra la società nerazzurra e i designatori arbitrali, nonchè con alcuni vertici federali. Ma dovrà rispondere anche dei dossier anti De Santis, voluti dal presidente stesso, che avrebbero permesso al club nerazzurro di redarre, in modo non ortodosso, elementi che avrebbero attestato le trame del potere attorno alla coppia della Juventus, Moggi-Giraudo che avrebbe poi portato al terremoto nel mondo del calcio.
Finora Moratti ha sempre sorvolato sulle cosiddette “nuove intercettazioni”. Intervenendo pubblicamente ha minimizzato, giudicandole di entità completamente diverse rispetto a quelle contestate a Moggi. Anche nell'intervista di fine anno rilasciata a Sky, il presidente nerazzurro era ritornato su ‘Moggiopoli' ribadendo la parentesi orribile del calcio italiano: "Dobbiamo ricordare che il calcio italiano ha sofferto la terribile situazione che è poi venuta fuori con calciopoli e quello è stato decisamente il momento peggiore del calcio. E quindi comunque adesso è meglio".
Eppure, la questione appare molto delicata per l'Inter: quelle telefonate restano e macchiano la presunta illibatezza nerazzurra sulla quale era stata fondata l’assegnazione dello scudetto 2006 da parte dell’allora commissario straordinario della Figc Guido Rossi. Palazzi, per esempio, potrebbe chiedere a Moratti perché abbia taciuto sull’esistenza di quelle telefonate durante le indagini del 2006.