Calciopoli bis, Moggi all’attacco: il castello accusatorio nei miei confronti è completamente crollato
Luciano Moggi, dopo la riduzione della pena nell'ambito del Processo Gea, torna all'attacco sottolineando come l'aspetto più importante della sentenza sia l'assoluta caduta delle accuse di associazione a delinquere.
Nel corso della trasmissione "Ieri, Moggi e Domani" (in onda su Gold tv e Telecolor), l'ex dirigente bianconero ha spiegato alla sua maniera il verdetto sentenziato dal Tribunale di Roma: "Il castello accusatorio dei PM di Roma è crollato del tutto. La sentenza di appello ha confermato che non è mai esistita nessuna associazione a delinquere che manovrava illegalmente il mercato. Sono stato condannato invece solo per aver fatto bene il mio lavoro ed aver difeso gli interessi della Juventus".
Big Luciano poi è tornato sulla vicenda legata al calciatore Blasi attualmente in forza al Napoli, spiegando come andarono le cose, finite nell'ambito del processo Calciopoli: " Quando Blasi tornò alla Juve dopo il prestito al Parma ed una lunga squalifica per doping mi chiamò uno che si qualificò come suo procuratore, quando invece nei documenti della Juventus risultava Zavaglia come procuratore del calciatore. Gli risposi “adesso ho da fare”. Poi andai dal calciatore e gli dissi “tu vieni da una lunga sosta ma se mi dimostri il tuo valore a fine anno ti darò l’aumento che meriti, in base alle disponibilità della Società.” Ed infatti a fine anno Blasi ebbe il suo prolungamento con un vistoso ritocco dell’ingaggio. Se questa è violenza privata, allora a Cellino cosa dovrebbero fare per come si è comportato con Marchetti? Solo la Gazzetta dello Sport, come al solito, ha fatto un titolone accusatorio contro di noi per la sentenza di Roma, ma voglio ricordare loro che esistono tre gradi di giudizio….”