Calciopoli bis, De Santis sull’Inter: mi hanno spiato, ora devono pagare

Continua anche in questo 2011, il processo sportivo di Calciopoli Bis dove si sta cercando di fare chiarezza sulla veridicità delle sentenze che portarono alla retrocessione della Juventus, all'allontanamento dal calcio di Moggi & co. e alle altre penalizzazioni di mezza serie A.
Sotto la lente di ingrandimento nelle aule del tribunale di Napoli, ancora una volta l'Inter di Facchetti, allora presidente, rea di aver scatenato l'inferno in modo illecito e spiando grazie all ‘appoggio della Telecom-Pirelli, molti tesserati al fine di registrare intercettazioni e creare dossier.
Uno dei principali accusati, l'arbitro De Santis, ha deposto parole di fuoco verso l'Inter: "Mi hanno detto che agli atti non esistevano telefonate dei dirigneti dell’Inter, a Milano mi hanno detto lo stesso. Ho dovuto chiedere scusa alla famiglia Facchetti. Ma perché queste telefonate sono rimaste lì e sono spuntate quelle sulle magliette regalate? Facchetti e Moratti, dirigenti dell’Inter, dietro sugerimenti di un arbitro che cercava un posto di lavoro, che voleva aprirsi un bar, organizzavano con Tavaroli indagini illecite ai miei danni".
"Le mie abitiudini, i conti bancari, tutto scandagliato – continua De Santis – Queste indagini illecite svolte su di me dalla Telecom-Pirelli, sono stato sezionato da tutti: se avessero scoperto qualcosa la mia carriera sarehbe stata interrota prima del 2006, no? Invece nulla. Rivoglio la mia dignità, la mia condanna più dura l’ho avuta nel 2006".