Calciomercato, Neymar e Dembelè le plusvalenze più ricche di sempre
L'affare Neymar e il colpo Mbappè, seppur travestito da prestito gratuito con opzione di riscatto a 180 milioni l'anno prossimo, raccontano tutte le zone grigie del fair play finanziario. E insieme esaltano gli agenti e i direttori sportivi, i maghi delle plusvalenze, parola da cui sempre più dipendono i destini delle grandi del calcio moderno. Ecco le dieci più ricche di sempre (fra parentesi abbiamo indicato la squadra che ha ceduto il giocatore e dunque ha potuto mettere la plusvalenza a bilancio).
Neymar (Barcellona)
L'addio al Barcellona è l'affare dell'estate. Il passaggio di Neymar al PSG, che ha versato al Barcellona i 224 milioni di clausola rescissoria, ha permesso ai blaugrana una plusvalenza di 133,8 milioni e riportato i dubbi sul senso e la tenuta del fair play finanziario. Il PSG verserà al brasiliano 30 milioni netti a stagione per cinque anni e 40 di bonus commissione al padre-procuratore. Esborsi che, per un club da 542 milioni di fatturato al 30 giugno 2016, risultano sostenibili. Le sponsorizzazioni interne, che secondo l'accordo con la Uefa vanno “sterilizzate”, ovvero calcolate solo fra il 50 e il 70% del valore reale per il calcolo dei parametri del FPP, portano il costo degli ingaggi a solo il 54% dei ricavi così calcolati. Anche con la cifra sborsata per Neymar, salirebbero al 65%, comunque sotto il 70% previsto come soglia critica dall'Uefa.
Serve, per rientrare dell'investimento, un aumento dei ricavi attraverso plusvalenze sul mercato o introiti promozionali e sponsorizzazioni, senza contare che parliamo del bilancio 2018 e vanno comunque conteggiati i premi per il rendimento in Ligue 1, i diritti tv e la Champions League.
Ousmane Dembélé (Borussia Dortmund)
Non è un caso che al secondo posto della classifica compaia l'attesa stella acquistata dal Barcellona per sostituire Neymar. È diventato il secondo giocatore più costoso della storia. si è presentato però al Camp Nou sbagliando anche i palleggi elementari. Arrivato per 105 milioni, che potrebbero diventare 147 con i bonus, dopo un anno solo in Bundesliga, ha consentito al Borussia Dortmund una plusvalenza da 90 milioni. I tedeschi, infatti, ne avevano sborsati 15 per prelevarlo dal Rennes.
Con Tuchel, Dembelè si è trasformato dall'artistra solista così ritratto da Yoann Gourcuff nel giocatore del Borussia con più assist totali (18) e con più passaggi chiave (66) tra campionato e Champions League nell'ultima stagione. “Tuchel mi dice sempre di mostrare cosa sono in grado di fare. Per questo motivo, se la palla è in mio possesso, ho totale libertà di esprimermi. Ovviamente ho anche dei compiti difensivi, ma il mister mi lascia tanto spazio per praticare il mio stile di gioco. È quello che mi serve, è quello che mi piace” spiega all'Equipe, come riporta Alfonso Fasano su Undici. È quello che potrebbe cambiare la sua storia e lo stile del Barcellona post-tiki taka.
Gareth Bale (Tottenham Hotspurs)
L'avventura del gallese comincia tra le fila del Sothampton: segue la trafila delle giovanili fino all'esordio in prima squadra. Nel 2007 il Tottenham lo porta a Londra versando nelle casse dei Saints 7,5 milioni di euro. Vi rimarrà per 6 stagioni poi, dopo una lunga trattativa sarà ceduto al Real Madrid per 91 milioni.
Grazie all'analisi dell'epoca su Insideworldfootball, e grazie al comunicato apparso sulla pagina web del club, emerge che il bilancio del Tottenham dell'anno successivo, al giugno 2014, al netto di imposte ed interessi, registrava un utile di 65,3 milioni di sterline, una cifra record rispetto agli 1,5 milioni di un anno prima. Attraverso la cessione di Bale, gli Spurs sono inoltre riusciti a ridurre il proprio indebitamento da 54,8 a 3,2 milioni di sterline in dodici mesi.
Cristiano Ronaldo (Manchester United)
Il Manchester United rileva Cristiano Ronaldo dallo Sporting Lisbona nel 2003 per 17.5 milioni di euro. Nell'estate del 2009 Florentino Perez, di nuovo presidente del Real Madrid, ricrea l'epopea dei Galacticos. In una settimana spende 65 milioni per Kakà e 93 per Cristiano Ronaldo. Sono le prime tappe della sua promessa seconda rivoluzione al Real, che investe per acquistare giocatori commercialmente sfruttabili.
Zinédine Zidane (Juventus)
Perez si era già reso protagonista dell'acquisto più costoso della storia, Zizou Zidane, preso dalla Juventus per 150 miliardi di lire, 75,5 milioni di euro. Una trattativa tribolata, che la Juventus fa accettare ai tifosi in tre mosse: con la notizia che fosse la moglie a volersi trasferire nella più tiepida Spagna; con l’Avvocato Agnelli che lo battezza “più bello che utile”;con una campagna di rafforzamento massiccia che porta a Torino Nedved, Thuram e Buffon.
Luís Figo (Barcellona)
Il suo tradimento a Barcellona viene vissuto malissimo. Il club, nell'estate del 2000, ritira dal mercato anche le maglie già vendute, e promette ai tifosi la sostituzione con quella di un qualsiasi altro giocatore presente in rosa Dietro un trasferimento valutato allora l'equivalente di 140 miliardi di lire c'è sempre Florentino Perez, che incassa una plusvalenza per quelli che oggi sarebbero 57,5 milioni di euro. Dietro c’è l’ombra di Florentino Perez che si accorda con Jose Veiga, l'agente di Figo. “Florentino era il candidato alla presidenza del Real, ha trovato un accordo con il mio agente, non con me perché io ero sotto contratto e non potevo siglare un accordo con qualcuno che non fosse ancora presidente” spiegherà anni dopo a Cadena Ser. Il suo arrivo cambia la politica di ingaggi al Real Madrid. Dal 2000, infatti, i blancos impongono a tutti, compreso CR7 che ormai fa brand a sé, la cosiddetta Clausola Figo: il 50% degli introiti dello sfruttamento dell'immagine dei giocatori va al Real.
Kaká (Milan)
A Milano, Kakà arriva nel 2003. è accolto con qualche scetticismo, ha troppo una faccia da bravo ragazzo. Al Sao Paulo vanno 8,25 milioni di euro. Vince praticamente tutto con la maglia del Milan, prima di essere ceduto per 64,5 milioni di euro (plusvalenza di ben 56) al Real Madrid nell’estate del 2009. Dopo sei memorabili stagioni al Milan, e discorsi al balcone con tanto di conversioni sulla via per Manchester, Kakà viene ceduto al Real Madrid per 65 milioni. Lascia Milano con un Pallone d'Oro, una Champions League, dopo 270 partite e 95 goal. Ma certi amori non finiscono.
Luis Suárez (Liverpool)
Suarez arriva al Barcellona nell'estate 2014, l'anno dei 43 gol in 43 partite al Liverpool e del morso a Chiellini al Mondiale. È all'epoca il terzo trasferimento più costoso di sempre. I Reds ottengono una plusvalenza di oltre 55 milioni che dà respiro alle casse. Dal bilancio al 31 maggio 2015, scriveva Marco Bellinazzo sul Sole 24 Ore, emerge “un utile di sessanta milioni di sterline, pari a 77,6 milioni di euro. Un gran salto in avanti rispetto al risultato poco sopra il pareggio di bilancio ottenuto nel 2014, con un utile di poco superiore al milione di euro”.
Naby Keïta (Lipsia)
Un colpo in differita. Naby Keita è il primo colpo per il 2018 del Liverpool. La squadra di Klopp acquisterà il tuttocampista, primo obiettivo del tecnico tedesco, per 55 milioni di euro. Keita diventerà il colpo più caro nella storia del club, E i Reds sarebbero stati anche disposti a pagare 10 milioni in più per averlo da subito, ma il Lipsia ha preferito intascare una cifra minore per avere il tempo anche di individuare un degno sostituto.
Anthony Martial (Monaco)
Quest'estate il Monaco ha battuto ogni record di plusvalenza con le cessioni in Premier di Bernardo Silva, Mendy e Bakayoko fruttati 120 milioni più bonus. Il Monaco è diventata una squadra da esportazione. Finora l’operazione più redditizia nel Principato è stata la cessione nel 2015 dell’attaccante Anthony Martial al Manchester United per 50 milioni di euro più 30 di eventuali bonus. Ma l'anno prossimo arriveranno i 180 milioni per Mbappé, passato al PSG con la formula del prestito gratuito con diritto di riscatto per aggirare i limiti del fair play finanziario che avrebbero impedito l'acquisto immediato a titolo definitivo. I 180 milioni saranno messi a bilancio solo la prossima estate e il Monaco incasserà una cifra che vale il doppio del fatturato 2015-2016. Con tanti saluti al fair play finanziario.