Calcio, storia e fantasia: i cinque migliori numeri 11 della storia
Nella nomenclatura classica del calcio romantico dagli anni ’40 fino alla recente rivoluzione numerica degli ultimi decenni (dalla 1 alla 99), l’11 ha sempre avuto un significato in campo ben preciso. E sì perché chi indossava quella maglia al tempo aveva una posizione in campo ben chiara: esterno di fascia largo a sinistra (omologo del 7) o seconda punta di fianco al “canonico” 9 in un classico 4-4-2. Un ruolo con poche possibilità di ambiguità nei compiti da svolgere sul rettangolo di gioco e che allo stesso tempo ha segnato diverse epoche di questo straordinario sport con interpreti di grandissima classe, talento e valore. In questo contesto, vediamo dunque i migliori 11 della storia del calcio
Pavel Nedved
In questa nostra personalissima, e quindi criticabile classificazione poniamo al primo posto assoluto l’ex Juventus e Lazio Pavel Nedved. L’esterno ceco, infatti, durante la sua gloriosa carriera impreziosita da 16 trofei ed un Pallone d’Oro ha incarnato appieno le doti, lo spirito e le caratteristiche che servono per essere un’ala di un certo livello. Costanza, professionalità, corsa, agonismo, concentrazione, velocità e tanto spirito di sacrificio sono state le armi con le quali la “furia ceca” ha stupito tutti migliorandosi giorno per giorno, allenamento dopo allenamento.
Lo stesso Umberto Agnelli stupito dalla dedizione dell’11 bianconero disse: “Vado in ufficio alle 8 e lo vedo che corre, torno a casa alle 19 e lo vedo che corre, mi chiedo se si alleni anche con la Juventus…". Insomma, un grandissimo.
Ryan Giggs
Per i più giovani che magari non hanno visto le gesta in campo del gallese o sono stati testimoni solo della parte conclusiva della sua mostruosa carriera non possiamo che utilizzare una frase impressa sui muri di un cimitero di Napoli dopo il primo scudetto azzurro: “Che vi siete persi”. E sì perché l’11 dei Red Devils è stato uno degli interpreti migliori del ruolo con una classe, una eleganza ed un portamento regale in campo di rara bellezza.
Classica ala sinistra tutta velocità, estro e dribbling, Giggs è stato più volte, dal 1990 al 2014, uno dei migliori assistman d’Europa con quello United targato Ferguson che ha spaventato l’Inghilterra e l’Europa intera. Il suo retaggio e la sua fama recitano: 759 partite, 37 trofei e 14 record individuali (fra cui calciatore ad aver segnato in più edizioni consecutive di Premier League o calciatore ad aver segnato in più edizioni di Champions League) sempre in maglia United.
Romario
In terza posizione, invece, troviamo l’asso carioca Romario. Il ragazzo, ora senatore del Partito Socialista Brasiliano, nella sua carriera ultra ventennale fra i campi europei e quelli di casa ha messo in mostra una serie di caratteristiche tecnico-atletiche non da poco con oltre 700 reti totali e 20 competizioni complessive conquistate con le maglie, fra le altre, di Vasco da Gama, Psv, Flamengo, Barcellona, Fluminense e Valencia. Un numero 11 morfologicamente diverso dai due calciatori citati in precedenza con una posizione in campo differente, quella della seconda punta estrosa, talentuosa, imprevedibile e, cosa non da poco, decisamente prolifica.
Un giocatore sublime che univa dribbling e giocate in velocità alla capacità di riuscire ad essere spesso risolutivo sotto porta ma che, allo stesso tempo, ha avuto più di un problema fuori dal campo. Problemi che non gli hanno permesso di misurarsi troppo col calcio che conta, quello per intenderci, del vecchio continente.
Riva
Se il record di segnature all time nella nazionale italiana (35 reti) appartiene ancora all’11 del Cagliari Gigi Riva qualcosa vorrà pur dire. E sì perché l’attaccante azzurro, meglio noto col soprannome di “Rombo di tuono” per via della sua forza fisica e del suo poderoso sinistro è una di quelle storie romantiche di un calcio che ormai sembra non poter più esistere. Lombardo di nascita, sardo d’adozione Riva vince da protagonista l’unico scudetto della storia del Cagliari resistendo poi alle lusinghe dei grandi club italiani, Juventus in testa, per restare in quella che è diventata la sua isola perfetta, la sua casa. Senso del gol, potenza, forza fisica, coordinazione e imperiosi stacchi aerei sono state le caratteristiche peculiari di questo eterno campione del calcio che ha nobilitato la casacca numero 11.
Bale e Neymar
Come una sorta di trait d’union temporale fra l’11 canonico e l’evoluzione di questo specifico numero nel calcio 2.0 parliamo di due splendidi interpreti contemporanei come Bale e Neymar. Rivali in campo con Real Madrid e Barcellona, i due calciatori mettono in pratica su un campo da calcio quello che ora significa indossare questo preciso numero.
Proprio così perché se prima i compiti erano quelli precedentemente descritti, ora l’11 si aggira nei 3 dietro la punta centrale in un 4-2-3-1 oppure largo a sinistra nell’attacco in un 4-3-3 con una differenza precisa: quello che i tecnici chiamano “piede invertito”. Negli ultimi anni, infatti, i calciatori tendono a rientrare sul piede forte e calciare verso la porta, scrivi l’11 nel football contemporaneo leggi Bale e Neymar.