video suggerito
video suggerito

Calcio per tutti i gusti, tutte le varianti di questo gioco in formato videogame

Dagli esperimenti pionieristici degli esordi, sino alla realtà virtuale di oggi, il calcio che piace a tutti.
A cura di Mirko Cafaro
427 CONDIVISIONI
Immagine

I pionieri, negli anni '80, furono Atari, Amiga e Commodore con i loro videogame di calcio che ci mettevano un po' a partire (alzi la mano chi ricorda ancora le cassette con il contatore dei giri che non dovevano superare un certo numero per non essere costretti a rilanciare il programma), ma quando lo facevano mostravano tutto il loro carattere "avveniristico" per l'epoca (e a dirlo adesso viene da sorridere) e lasciavano intravedere il futuro, sia pure attraverso schermi pieni di pixel, a quattro colori, con quelle viste dall'alto, a volo d'uccello, i campi grigi infiniti sullo stile di Holly e Benji, i giocatori dalle forme poco definite e i palloni quadrati. A seguire fu la volta dei pc e delle maggiori possibilità offerte – si fa per dire – dai processori dei vari 286, 486 fino ai più moderni Pentium.

Io, manager, compro Messi

Fu allora, e siamo già nei primi Anni '90, che si sviluppò la prima contesa tra gli amanti di Kick Off, con una marcia in più sul piano della giocabilità e Sensible World of Soccer con quest'ultimo che poteva contare su un database di oltre 1500 squadre e più di 25mila giocatori veri. Ma l'elemento di maggior novità che sbaragliò la concorrenza, nel caso di Sensible Soccer, fu rappresentato dai primi cenni di managerialità. Il gioco consentiva di scegliere la squadra con cui intraprendere la propria carriera di player/allenatore/direttore sportivo e di conseguenza acquistare e vendere giocatori, schierare il miglior team, disputare le coppe, fare carriera e proseguire, annata dopo annata nello sviluppo, delle proprie capacità e del proprio ego. A metà degli anni '90, quindi, è il momento delle prime console portatili e non, dei giochi a colori da collegare alla tv, dei joystick (o joypad) da tenere con due mani e dei videogame per pc sempre più moderni, dalla grafica meglio definita, sino alla pubblicazione dei primi seriali arrivati fino ai giorni nostri con un filone interamente dedicato ai manageriali (con l'allora "Scudetto" a fare scuola e sbaragliare la concorrenza) in cui la partita in sé passa in secondo piano, in virtù di una maggiore cura per tutto ciò che ruota attorno alla preparazione della stessa. Comprare Messi e comporre una squadra da sogno, oggi è il sogno di ogni adolescente (e non solo…) appassionato di calcio.

Il calcio in console

I più nostalgici ricorderanno i nomi travisati di giocatori e team (da Del Peiro a Verri, da Piruzi a Canavero, sino a Nista, Moldani, D. Biagio, ecc) di giochi che cominciavano a far assaporare pienamente un certo realismo, grazie a calciatori sempre più somiglianti agli originali sia fisicamente sia tecnicamente, all'introduzione degli stadi e dei rumori di fondo del pubblico, ma anche grazie a moduli personalizzabili, schemi e tattiche. Adesso ormai più che di videogame è opportuno parlare di realtà virtuali nelle quali ogni gamer viene immerso, quasi travolto e trascinato, sino quasi a non riuscire più a distinguere tra realtà e finzione. E' il giusto mix per sentirsi effettivamente protagonisti, interagire e divertirsi in maniera più dinamica e non essere solo spettatori (quasi) passivi. Si pensi ai giocatori identici agli originali, curati all'inverosimile persino nei vezzi fisici, nelle esultanze, nelle reazioni rabbiose; alle telecronache con le voci più celebri della tv (in origine furono Massimo Tecca e Aldo Serena in Pc Calcio, poi sono arrivati tutti gli altri sino a Massimo Caputi, Fabio Caressa, Pierluigi Pardo, oltre a diverse seconde voci da Luca Marchegiani a Beppe Bergomi); alla giocabilità spinta al punto da permettere a ogni utente di raggiungere il risultato attraverso situazioni reali (schemi, triangolazioni, fraseggi, sovrapposizioni e tutto quello che il calcio di oggi richiede)

Le sfide in Rete, un campo virtuale sconfinato

E come non fare riferimento alla grande opportunità fornita dalla Rete e da quel campo sconfinato, quell'enorme rettangolo verde che consente sfide incredibili con avversari virtuali da una parte all'altro del mondo. Abbattute le mura della stanza, lo sguardo spazia oltre i confini e – grazie ad app semplici e veloci come FantaSerie A TIM – ci si può sentire appena “diplomati” a Coverciano, e allo stesso tempo pronti a disputare la Champions League. E' come collegarsi con un semplice clic a una dimensione parallela sospesa tra sogno e abilità personale, registrare i propri progressi attraverso i social network. Ed è così che in ogni partita si ha la sensazione di interagire con la tv più che con la console, come se nel bel mezzo di una finale di Champions si potesse decidere di intervenire sulla realtà facendo una sostituzione, ordinando uno schema, suggerendo una triangolazione. Il futuro? Magari direttamente in campo, al fianco dei propri campioni senza l'ausilio del pad.

427 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views