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Calcio italiano in lutto, si è spento Giancarlo Danova, la ‘Pantera’ di Milan e Fiorentina

Aveva 76 anni. Ha vinto tre scudetti, due con il Milan e uno con la Fiorentina. Dopo una lunga ma insoddisfacente carriera da allenatore, l’ultimo incarico nel club rossonero dove con il ruolo di osservatore, dava suggerimenti anche a Braida.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il mondo del calcio italiano è a lutto: nella giornata di ieri si è spento Giancralo Danova, classe '38, a Lodi. Vinse tre campionati italiani, due con il Milan, la squadra in cui crebbe calcisticamente e uno con i colori della Fiorentina. Debuttò in Serie A nel 1957-1958 a soli 19 anni con la maglia rossonera. Nel 1960 passò al Torino, prima di tornare ancora alla casa madre, al Milan, e di disputare due campionati nelle file del Catania. Vesti poi le maglie diAtalanta, Fiorentina, ultima tappa della sua carriera con cui vinse da riserva lo scudetto del 1968-1969. Infine il passaggio al Mantova in serie B e l' Omegna prima del definitivo ritiro avvenuto nel 1974.

Tre tricolori tra Milan e Fiorentina

Danova non abbandonò però la passione per il calcio, affrontando anche la carriera di allenatore. Esterno d'attacco, soprannominato ‘Pantera', per la sua velocità sulla fascia, nella sua lunga carriera segnò oltre 150 reti e alzò al cielo lo scudetto tre volte: nel 58-59 r nel 61-62 con il Milan, nel '68-69 a Firenze con la Viola. In rossonero tocò le 97 presenze e 52 goal giocando sulla fascia destra, con i viola uno Scudetto visto da lonano, collezionando solo 2 gettoni perché non era un titolare fisso. Poi, una volta appesi gli scarpini al chiodo, ecco l'avventura più affasciante, la carriera da tecnico che però non gli ha riservato mai palcoscenici più alti della Serie C o in cadetteria.

Una ‘pantera' per scovare talenti

Novara, Pro Stesto, Parma, Fano, Virescit. Queste alcune delle squadre allenate da Canova che alla fine capì quale fosse la sua vera strada dopo aver calcato i campi di serie A per quasi vent'anni: la ricerca di talenti da lanciare. E così ecco l'ultimo approdo, ancora in Casa Milan, il suo primo e ultimo grande amore: assusne il ruolo di osservatore al Milan, dove per qualche tempo ha consigliato talenti anche a Ariedo Braida.

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