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Calcio in Usa: pioggia di miliardi per vecchi campioni

Sebastian Giovinco è il giocatore più pagato della Major League Soccer. A vent’anni dalla nascita, la MLS continua ad attirare giocatori in cerca di pensioni dorate. Ma il calcio negli Usa è ora molto più che una moda. E muove giri d’affari miliardari.
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Venti squadre per il ventesimo anno. Altre quattro per il 2020. Nel gioco dei numeri si scrive il futuro della Major League Soccer, che dopo Usa '94 sembrava solo una moda passeggera per campioni da avviare a pensioni dorate. I campioni che hanno smesso di brillare in Europa ci sono ancora, ma il calcio è diventato il secondo sport più praticato dai ragazzi tra i 12 e i 24 anni. E la NBC, che ha pagato 250 milioni di dollari per i diritti di trasmissione dei principali campionati europei, ha raccolto l'anno scorso 440 mila spettatori ogni settimana davanti alla tv per la Premier League inglese. Il calcio, come praticamente tutto in America, è una strepitosa e riuscitissima operazione di marketing. Nel 2008, il valore medio di una squadra di MLS, scriveva Forbes, era di 37 milioni di dollari. In sette anni, è più che raddoppiato: 103 milioni di dollari. Merito anche dell'accordo della durata di otto anni per la trasmissione delle partite con FOX, ESPN e Univision. Valore: 720 milioni di dollari.

Villa e Kaka a NY e Orlando – I più attesi rimangono i New York Red Bulls di Thierry Henry, che l'anno scorso ha guadagnato $4.350.000 e Tim Cahill ($3.625.000 di ingaggio). Ma a New York ha debuttato una seconda squadra, i New York FC di proprietà del City Football Group e dei New York Yankees con cui gli sceicchi della Etihad, gli stessi proprietari del Manchester City, hanno stipulato il primo accordo di sponsorizzazione nel mondo del calcio Usa: non a caso proprio lì andrà a giocare Lampard dal prossimo luglio. Davanti a 60 mila spettatori, in uno stadio tutto esaurito, i New York FC hanno iniziato la stagione in casa dell'altra debuttante in MLS, Orlando, che non è tra le prime dieci squadre di maggior valore nella classifica stilata da Forbes, ma ha in squadra Kaka, che ha un contratto da $6.660.600. Il brasiliano è diventato subito un idolo con un discorso alla squadra, prima della partita, che ha evocato l'enfasi con cui Al Pacino nel film ‘Ogni maledetta domenica’ caricava i suoi giocatori negli spogliatoi. Ha segnato, ma il messaggio è stato recepito solo in parte dagli Orlando City che non sono andati oltre l'1-1. Il presidente Phil Rawlin è comunque soddisfatto perché, spiega, “la nostra fan-base è costituita in gran parte di giovani fra i 18 e i 35 anni”. Non è facile nemmeno per i New York FC trovare nuovi tifosi. L'arrivo di David Villa, che ha segnato il primo gol nella storia del club, certo aiuta, e giocare le partite casalinghe allo Yankee Stadium, la prima vinta 2-0 sui New England Revolution alla presenza anche del sinsaco De Blasio, costituisce un serio atout in termini di immagine. Finora, ha spiegato il capo della comunicazione del club, Toby Craig, sono stati venduti 14 mila abbonamenti, e più della metà a tifosi che non ne avevano mai sottoscritto uno, per nessuna squadra. “Non stiamo togliendo tifosi al baseball” ha detto, “stiamo attirando appassionati di sport che finora non avevano mai trovato una squadra per cui tifare".

Seattle, i più ricchi – Nonostante le stelle e le luci dei grandi sponsor, la franchigia di maggior valore è a Seattle. I Sounders, di proprietà di Joe Roth, cofondatore della Morgan Creek Productions che ha prodotto Robin Hood principe dei ladri e la saga di Ace Ventura, vale 175 milioni di dollari e l'anno scorso ha registrato profitti per 48 milioni. Introiti destinati ad aumentare con l'arrivo di Clint Dempsey, il terzo giocatore più ricco della MLS (quasi 5 milioni di ingaggio e oltre 6,5 di guadagni complessivi). Al secondo posto i Los Angeles Galaxy di Bruce Arena, immediatamente associati a David Beckham. Il ritiro dello Spice Boy non ha causato troppe perdite, però. La franchigia vale ancora 170 milioni di dollari e ha in rosa due dei primi cinque calciatori più pagati d'America, Landon Donovan e Jermain Defoe (4,25 milioni a testa). Al terzo posto, a sorpresa, i Portland Timbers (per Forbes valgolo 141 milioni), che in soli due anni sono diventati una delle franchigie con i maggiori profitti degli Stati Uniti. Aiutati anche dalla location che non è proprio centrale nei principali sport americani, e dal terzo posto dell'anno scorso, hanno registrato introiti per 39 milioni pur senza avere in squadra nomi di primissimo piano: la star è Mikael Silvestre. Nella top five anche Houston Dynamo (125 milioni), del co-proprietario Oscar de la Hoya, che hanno vinto la MLS Cup nei primi due anni di vita, e Toronto FC, che si possono permettere di offrire un ingaggio da sette milioni di dollari a Sebastian Giovinco, che è diventato così il giocatore più pagato della lega davanti a Kaka, all'ex Roma Michael Bradley e a Jozy Altidore, arrivato a gennaio per Jermaine Defoe, tornato in Premier League dopo aver sbagliato il rigore decisivo per le speranze playoff.

Il fenomeno Toronto – Giovinco, come le altre superstar, è in squadra con lo status di Designate Player (il suo stipendio sarà quindi escluso dal monte ingaggi, in ottica salary cap) e ha rinnovato la passione della comunità italiana per il calcio dopo vent'anni, dai tempi di Blizzard di Bettega due volte sconfitta in finale nell'allora NASL, nel 1983 e 1984. Toronto è anche l'unica città canadese ad avere una squadra in tutte le grandi leghe Usa: i Blue Jays nel baseball (hanno vinto le World Series due volte, nel '92 e nel '93), i Maple Leafs in NHL, che hanno vinto l'ultima Stanley Cup nel 1967 ma attirano sempre un grandissimo pubblico all'Air Canada Centre, e i Raptors in NBA, presieduti fino al 2013 dall'italoamericano Bryan Colangelo. Negli ultimi tempi la squadra è stata molto “italiana”, con Vincenzo Esposito, nell'anno di nascita, il 1995, con Andrea Bargnani, prima scelta al draft 2006, con Marco Belinelli, passato in punta di piedi per una squadra che non ha mai creato l'attesa identificazione con la comunità italiana. Quel senso di appartenenza che forse può creare Giovinco nel calcio.

CR7 in Usa? – Un movimento così in crescita inevitabilmente attira maggiori introiti pubblicitari. Nell'ultimo anno, la MLS ha stipulato contratti di partnership con Etihad Airways, che è dunque allo stesso tempo sponsor dell'intera MLS e dei New York FC, Chipotle, Advocare e Heineken, partner storico della Champions League, che ha sfruttato anche specifici profili football-related su Twitter per incentivare la passione per il calcio in Usa. Ma la principale forma di pubblicità è arrivata in questi ultimi giorni. Non riguarda un brand, ma il calciatore-brand per eccellenza. È bastata la sola voce di un possibile arrivo di Cristiano Ronaldo in America dal 2018, alla scadenza del contratto con il Real Madrid, per accendere l'entusiasmo nelle città più papabili. In un articolo di Sports Illustrated si parla di New York, di Los Angeles, e ai Galaxy dopo Beckham già sognano il bis, e Miami, dove proprio lo Spice Boy sta lavorando per creare una sua squadra. E con CR7, il calcio negli Usa non avrebbe più limiti e confini.

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