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Calciatori e guai col fisco, 5 campioni finiti nel mirino dell’Erario

Dai recenti guai di Samuel Eto’o ai diversi problemi di Neymar fra Brasile e Spagna, ecco alcune delle storie più surreali di evasione fiscale, presunta o tale, ad opera di grandissimi talenti del calcio. Ecco gli altri.
A cura di Salvatore Parente
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Nel calcio esistono ruoli ben precisi: ci sono i gregari, quelli che corrono per tutti ed i campioni, quelli, per intenderci, che molto spesso fanno vincere le partite. Questi ultimi, proprio per questa loro inestimabile qualità vengono pagati profumatamente per vestire le casacche più importanti dei club del mondo. Fin qui niente di male se non che, sempre più di frequente, questi lauti ingaggi finiscono sotto la lente di ingrandimento del fisco che, fra le maglie di cavilli vari e della burocrazia, individua incongruenze e società di dubbia matrice che portano a diverse inchieste sui più disparati talenti del nostro calcio. In questo contesto, vediamo le 5 bagarre più celebri fisco-calciatori nel football europeo.

Eto'o

Samuel Eto’o e un contenzioso da 10 anni di reclusione

Il calciatore camerunense Eto’o attualmente capitano dell’Antalyaspor in Turchia, durante i fasti del Barcellona avrebbe, secondo una recente inchiesta condotta dal fisco spagnolo, evaso le tasse, fra il 2006 ed il 2009, per un valore complessivo di 3.5 milioni di euro. Nel mirino delle indagini inoltre, sarebbe finita anche la sua gestione dei diritti d’immagine con la Puma col calciatore che, per evitare di versare quote spettanti allo Stato, avrebbe a sua volta simulato la cessione dei suoi accordi di sponsorizzazione ad alcune società create ad hoc (una spagnola e l’altra ungherese). Processo a parte, Eto’o rischierebbe 10 anni e mezzo di carcere ed una salatissima multa di 14 milioni di euro.

Spagna, Messi in tribunale per frode fiscale

Lionel Messi “dribbla” le tasse

Il funambolo argentino Lionel Messi lo scorso luglio ha subito, insieme al padre Jorge Horacio, una condanna a 21 mesi di reclusione (pena sospesa in quanto inferiore ai 2 anni e privi di precedenti condanne a loro carico) più maxi multa di 3.7 milioni di euro sempre per evasione fiscale. I fatti contestati riguardano giri di danaro in apposite società create in paradisi fiscali per evitare di corrispondere al fisco iberico 4.1 milioni di euro anche se, nel corso del processo, l’accusa aveva chiesto l’assoluzione del calciatore in quanto non avrebbe avuto responsabilità dirette nell’operato complessivo. Tuttavia, questa condanna espone padre e figlio alla prospettiva, tutt’altro che auspicabile, della galera in caso di nuova condanna.

Neymar in tribunale a Madrid nel processo di frode fiscale al Barcellona

Neymar e una cessione complicata

Sempre in Spagna sempre in maglia Barcellona troviamo un altro fenomeno del campo incappato in un guaio con le tasse, ovvero: Neymar. Il talento carioca però, a differenza dei colleghi precedentemente citati ha in corso due diversi procedimenti a suo carico: uno in Brasile e l’altro in Spagna. Una sorta di record, negativo s’intende, che vede il giovane numero 11 districarsi fra il campo e questi problemi fiscali. E se lo scorso dicembre il Barcellona per irregolarità sopraggiunte nell’acquisto di Neymar ha trovato un’intesa con l’accusa per reati fiscali (Caso Neymar) tramite patteggiamento, il ragazzo nel marzo 2016 è stato condannato a pagare una multa di 15,5 milioni di euro in patria per “contratti simulati e operazioni fraudolente realizzate attraverso apposite società”. Infine, a carico dell’estrosa seconda punta ex Santos, ci sarebbe una analoga situazione fiscale derivante da una falsa attestazione alla sua ex società di appartenenza, la Dis (che deteneva il 40% del suo cartellino), secondo la quale, ai tempi del passaggio al Barça l'importo complessivo dichiarato di 17 milioni di euro avrebbe fatto incassare una percentuale decisamente inferiore alla Dis rispetto a quella che le spettava.

Conferenza stampa di Diego Armando Maradona sul debito col fisco italiano

Maradona ed un peso dal 1989

Da un Barcellonista ad un ex blaugrana è ora il turno forse del più celebre braccio di ferro fra calciatori e fisco mai andati in scena nel mondo del pallone contemporaneo, parliamo di Maradona contro l’Agenzia delle Entrate italiana. E sì perché questa contesa va avanti ormai dal 1989, quando al Pibe de Oro dopo una verifica della Guardia di Finanza nella sede della SSC Napoli trovò vennero contestati alcuni movimenti bancari sospetti. Il fuoriclasse del Napoli, infatti, finì sotto inchiesta per la mancata dichiarazione di introiti provenienti dai diritti di immagine emessi da società estere dell’importo di 3 miliardi di lire ma che, a causa dell’immobilismo dell’argentino, sono cresciuti con conseguenze tecniche da legal thriller.

Romario

Romario incastrato dalla moglie

A chiudere questa rassegna di fenomeni del calcio impigliatisi nella rete dei controlli fiscali, troviamo l’ora senatore socialista, ex bomber di Barcellona, Psv e Flamengo, Romario. Il verdeoro, uno dei migliori della vincente rassegna iridata del ’94 negli Usa, nel 1997 a causa delle viscide rivelazioni della ex moglie Monica Santoro, è stato condannato nel 2009 per frode fiscale per non aver pagato le imposte sul reddito fra il 1996 ed il 1997 dividendo i suoi guadagni (40 miliardi di lire) fra i parenti.

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