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Calciatori a rischio povertà, Stendardo: “Dati drammatici per 6 su 10 dopo il ritiro”

Sono tanti i calciatori professionisti che, una volta appese le scarpette al chiodo, devono fare i conti con gravi problemi economici. Basti pensare che  il 40% dei giocatori in Europa è a rischio povertà dopo 5 anni dal ritiro, per una percentuale che sale addirittura al 60% in Italia. Numeri preoccupanti dunque per gli interpreti di quello che è considerato ancora lo sport più bello del mondo, che sono stati analizzati da Guglielmo Stendardo, ex roccioso difensore di Lazio, Juventus, Napoli e Atalanta che dopo l’esame di Stato da avvocato, è diventato professore universitario in diritto sportivo.
A cura di Marco Beltrami
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https://www.instagram.com/guglielmostendardo/?hl=it
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Non è tutto oro quello che luccica. Sono tanti i calciatori professionisti che, una volta appese le scarpette al chiodo, devono fare i conti con gravi problemi economici. Basti pensare che  il 40% dei giocatori in Europa è a rischio povertà dopo 5 anni dal ritiro, per una percentuale che sale addirittura al 60% in Italia. Numeri preoccupanti dunque per gli interpreti di quello che è considerato ancora lo sport più bello del mondo, che sono stati analizzati in un'intervista concessa a Leggo.it da Guglielmo Stendardo, ex roccioso difensore di Lazio, Juventus, Napoli e Atalanta che dopo l'esame di Stato da avvocato, è diventato professore universitario in diritto sportivo.

Calciatori a rischio povertà, Stendardo sottolinea l'importanza di non pensare solo al pallone

Per i calciatori professionisti in Italia (e in Europa) non sono solo rose e fiori. Dei 3000 calciatori militanti in Serie A, B e C, solo il 10% ha ingaggi importanti. Senza gli opportuni investimenti, e una pianificazione importante e attenta, il rischio povertà a 5 anni dalla conclusione dell'avventura sui campi è concreto per la maggior parte dei protagonisti del pallone. Lo sa bene Gugliemo Stendardo, l'ex difensore diventato avvocato prima e docente universitario in diritto sportivo alla Luiss. Il classe 1981 ai microfoni di Leggo ha evidenziato l'importanza per i calciatori di pensare durante la propria carriera, ad un piano B e ad una gestione oculata dei propri introiti: "In Italia il giovane calciatore tende a trascurare l’istruzione e non si preoccupa di studiare e formarsi per il futuro. Quasi sempre, tra i 20 e i 35 anni, pensa a giocare solo al calcio. In più, fino a quando è in attività, tende a seguire un tenore di vita alto che i buoni guadagni gli permettono. Il ridimensionamento, poi, è complicato e iniziano i disastri".

I calciatori devono affidarsi a persone giuste per evitare investimenti sbagliati

Ogni calciatore professionista deve fare attenzione, affidandosi anche alle persone giuste. Stendardo a tal proposito evidenzia: "È chiaro che non è solo un problema di istruzione e di tenore di vita esagerato; nelle crisi finanziarie di tanti colleghi incidono anche i costi sanitari alti che i calciatori devono sostenere a fine carriera e la scarsa attenzione che mettono verso i problemi del Fisco. La scelta di un commercialista preparato e affidabile è alla base nell’attività del calciatore, sia dei big sia dei tanti atleti di serie B e di Prima divisione. Si tende ad attribuire poca importanza ai problemi fiscali, invece sono fondamentali. Trascurandoli tornano ingigantiti negli anni a venire e diventano micidiali"

Gli errori dei calciatori, e i soldi spesso buttati. Fondamentale diversificare dunque e pensare al futuro, con investimenti però oculati. Spesso e volentieri infatti i calciatori si tuffano in attività tutt'altro che vantaggiose, che complicano ulteriormente le prospettive future con giganteschi buchi finanziari: "Serve conoscenza, non solo cultura. In troppi trascurano le più elementari regole degli investimenti. Spesso sono errori grossolani di valutazione, ma di frequente sono anche scelte di manager e agenti senza scrupoli che non fanno gli interessi dei giocatori ma li conducono a rovine finanziarie"

Stendardo, i consigli ai calciatori e a Lega e Figc

In questo quadro Guglielmo Stendardo sottolinea ulteriormente l'importanza per i calciatori di informarsi e di studiare, pensando dunque anche al dopo pallone. Il tutto con la speranza di un sistema migliore che possa tutelare i giocatori anche attraverso fondi e polizze speciale, per evitare quelli che sono dati davvero "drammatici": "Serve rispetto delle regole e onestà nell’affrontare i problemi. Ma, soprattutto, serve una rivoluzione culturale in questo sport. Bisogna aiutare i giovani calciatori a studiare, a informarsi, a prepararsi in tempo e adeguatamente per il futuro nel mondo del lavoro. Non è possibile che il 70% dei nostri giocatori abbia la terza media e solo l’1% sia laureato. Inoltre, serve un fondo di accantonamento per almeno 5 anni per dare serenità economica agli ex calciatori che iniziano una nuova attività; serve creare polizze vita che offrano rendite vitalizie per gli atleti. Spero che Figc e Lega vogliano imboccare questa strada, fondamentale per il futuro dei calciatori italiani. E bisogna fare presto, i dati sono già drammatici".

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