Calciatore simula l’infortunio, Hagi urla: “Alzati e gioca”
Quando hai nello staff tecnico il Maradona dei Carpazi allora certe cose non puoi proprio farle. Lo ha capito, con le buone e con le cattive, Benzar Romario, il calciatore del Viitorul Costanza (club della Romania) che, caduto in seguito a uno scontro di gioco con un avversario dell'Astra Giurgiu, resta a terra, si lascia soccorrere dallo staff medico e simula l'infortunio. Quella sceneggiata durerà poco: dalla panchina si alza Gheorghe Hagi, proprio lui l'icona del calcio rumeno, corre verso il giocatore, allontana con uno spintone il dottore e urla all'atleta di non fare tante storie. "Alzati e torna in campo", gli intima con un palese gesto di stizza.
Un gesto di fairplay e d'orgoglio d'altri tempi. Perché Hagi è un calciatori d'altri tempi. Leggenda in Romania (è stato eletto calciatore del secolo), nell'Europa del calcio blancos o blaugrana non ha mai avuto molta fortuna. Questione caratteriale e d'ambiente, ma è con le maglie di Steaua Bucarest, Galatasaray (l'ultima indossata in carriera) e della sua nazionale che ha scritto le pagine più belle a livello internazionale. Ai Mondiali di Usa '94 inventò una palombella magica, un pallonetto calciato da 35 metri che mise in ginocchio la Colombia. Quattro anni prima, a Italia '90, fu autentico trascinatore della squadra inserita nel girone con Russia, Camerun e Argentina. Accanto a lui aveva i talenti di allora Lăcătuş, Popescu, Răducioiu.
In B col Brescia per l'orgoglio
Nell’estate del 1992 il presidente del Brescia, Corioni, lo porta in Italia. Era un lusso che la Serie A di allora poteva concedersi e poi in panchina c'era il guru degli allenatori rumeni, Mircea Lucescu, e in squadra Sabau e Răducioiu. Alle ‘rondinelle' però non bastò Hagi per evitare la retrocessione: i lombardi finirono in B, Gheorghe decise di restare per riportare la squadra nel massimo campionato.
La tacchettata a Conte
Croce e delizia, in Italia Hagi è ricordato anche per un episodio poco felice. Europeo 2000 in Belgio-Olanda, la Romania affronta l'Italia ai quarti di finale. Hanno la meglio gli Azzurri di Zoff, su quella gara e sulle caviglia destra di Antonio Conte (attuale ct della Nazionale) lascerà il segno con un fallo killer.