Buon Compleanno Napoli, 90 anni tra campioni, vittorie e passione

Il Napoli celebra oggi i suoi novant’anni. Nella sua storia il club partenopeo non è stato sempre competitivo ed anzi ha avuto momenti in cui ha sofferto parecchio. Ma nelle propria bacheca gli azzurri hanno un buon numero di trofei, parecchi sono stati conquistati quando la maglia del Napoli la vestiva il più grande di sempre Diego Armando Maradona, che riuscì a far vincere a questo club due Scudetti e una Coppa Uefa. Da dodici anni alla guida del Napoli c’è Aurelio De Laurentiis che ha preso la squadra in Serie C e l’ha portata per tre volte in Champions League. Il produttore ha vinto anche tre trofei ed è già nella storia del club, ma per riscrivere in modo completo la storia dovrà vincere pure lo scudetto.
Vojak e Sallustro i primi idoli – A Napoli ufficialmente a calcio si gioca dal 1904. Da quell’anno furono fondate diverse squadre, una di queste aveva la maglia azzurra. L’imprenditore Giorgio Ascarelli riuscì a riunire tutte le squadre cittadine e il 1° agosto del 1926 nacque l’Associazione Calcio Napoli. Gli azzurri non iniziarono brillantemente la loro storia nella ‘Divisione Nazionale’, ma riuscirono a iscriversi al primo campionato di Serie A a girone unico. Il 6 ottobre 1929 quando si giocò la prima giornata del campionato a girone unico il Napoli sfidò la Juventus, letteralmente l’avversaria di sempre, perse 3-2 fuori casa. Ascarelli scelse per quel campionato come allenatore Garbutt, un antesignano che utilizzava metodi di allenamenti unici per l’epoca – grazie a Garbutt gli allenatori furono chiamati ‘Mister’.
Con l’inglese in panchina e Vojak e Sallustro in campo il Napoli chiuse per due volte di fila al terzo posto. Vojak e Sallustro hanno realizzato entrambi più di 100 gol, un numero di reti impressionante. Ascarelli non riesce a vedere il suo sogno realizzato completamente, perché muore giovanissimo. La società viene rilevata da Achille Lauro ‘O’ Comandante’ che inizialmente parte male. La stella Sallustro è distratto dalla moglie, una ballerina russa. Gli altri big vengono ceduti per via del bilancio. Prima della seconda Guerra Mondiale gli azzurri retrocedono, dopo la guerra il Napoli diventa una squadra yo-yo, sale e scende tra A e B.
Il primo trofeo – Lauro decide di impegnarsi e a inizio anni ’50 compra prima Amedeo Amedei e poi soprattutto Hasse Jeppson, pagato 105 milioni di lire. Cifra record per l’epoca. Poi arrivarono pure Pesaola e Vinicio, due autentici miti per Napoli e il Napoli. Trofei non ne arrivano, ma partite memorabili sì. Gli azzurri vincono una storica partita a Torino in casa della Juventus. Contro i bianconeri il 6 dicembre 1959 fu inaugurato lo stadio San Paolo, i partenopei vinsero 2-1. É l’ultimo spunto prima di una dolorosa retrocessione. Il Napoli però ha sette spiriti e nella stagione 1961-1962 con Pesaola in panchina torna in Serie A e soprattutto vince la Coppa Italia, in finale sulla Spal. Quel Napoli diventa la prima, e finora ultima, squadra di Serie B a vincere questo trofeo. Gli azzurri fanno ancora su e giù, ma nel frattempo esordisce Antonio Juliano, che disputerà più di 500 partite con il Napoli. ‘Totonno’ Juliano sarà il capitano in anni memorabili. All’ombra del Vesuvio arrivano Omar Sivori e José Altafini prima di un giovane promettente portiere Dino Zoff. La squadra è davvero forte, ma non dura nel tempo per via dell’età del ‘Cabezon’ e delle cessioni alla Juve di Altafini e Zoff.
Vinicio sfiora lo scudetto – Con Ferlaino presidente il Napoli sfiora lo scudetto con una squadra che sulla carta sembrava poco competitiva nel 1975. Luis Vinicio punta su calciatori giovani, come Bruscolotti, che diventerà una bandiera, e li mescola a calciatori esperti come Juliano, Burgnich e Braglia. Il ‘calcio totale’ porta gli azzurri a giocarsi il titolo a Torino contro la Juventus, decide un gol di ‘core ‘ngrato’ Altafini. Ferlaino non riesce sempre ad allestire squadre competitive, ma a Napoli porta prima mister ‘due miliardi’ Savoldi, che vince una Coppa Italia, e poi uno dei più grandi difensori di sempre Ruud Krol, ribattezzato Rudy. Con l’olandese gli azzurri disputano un grande campionato nel 1980-1981, ma alla fine vince la Juve.

Gli scudetti di Maradona – Juliano, diventato dirigente, acquista Maradona dal Barcellona per 13 miliardi di lire nell’estate del 1984. Lo status del Napoli cambia, ma non subito. Perché Diego deve prendere le misure alla Serie A e perché la squadra va rinforzata. Con Allodi prima e Moggi poi gli azzurri puntellano la squadra e nella stagione 1986-1987 arriva uno storico e desideratissimo scudetto. É l’apoteosi. La festa dura una settimana. Maradona dopo aver vinto il Mondiale con l’Argentina in Messico regala al Napoli il suo primo scudetto. L’era di Diego, che in avanti gioca con Careca e Carnevale, ed è protetto a metà campo da Alemao e in difesa da Ciro Ferrara, amatissimo ‘enfant du pays’, è magica. Il Napoli crolla nel finale è manca il bis nel 1988, quando vince il Milan di Sacchi. Gli azzurri chiudono al secondo posto e si qualificano per la Coppa UEFA, che l’anno successivo Maradona e Careca vincono in modo spettacolare. La squadra guidata da Ottavio Bianchi nei quarti rimonta una sconfitta subita per 2-0 con la Juventus e in uno stadio infuocato al ritorno dopo i supplementari vince per 3-0. Poi Maradona e Careca eliminano il Bayern Monaco e nella doppia finale stendono lo Stoccarda, è il 1989 e il Napoli vince per la prima volta un titolo in Europa. Nella stagione successiva sul filo questa volta il Napoli ha la meglio sul Milan e conquista per la seconda volta il titolo. Un gol di Baroni fa scattare una festa indimenticabile.

L’oblio – Maradona vince anche la Supercoppa Italiana prima di lasciare l’Italia. Senza ‘D10S’ il Napoli riesce ad avere una buona stagione con Ranieri ed un’annata esaltante con Lippi, poi l’oblio. Il canto del cigno è la finale di Coppa Italia persa contro il Vicenza nel 1997. Poi due retrocessioni in B e il fallimento. Nel 2004 arriva De Laurentiis. Si riparte dalla Serie C. Reja perde la finale playoff, ma viene confermato. E il tecnico friulano nelle due annate successive ottiene due promozioni.
Da Cavani a Higuain – Dopo un discreto assestamento il Napoli effettua un salto di qualità. Con Mazzarri in panchina arriva una storica qualificazione in Champions nel 2011, gli eroi sono Hamsik, Lavezzi e Cavani; due anni più tardi il Napoli è secondo. Per due anni poi il condottiero è Benitez. Il Napoli conquista due trofei, ma sciupa anche una grossa occasione in Europa League. Dallo scorso anno in panchina c’è Sarri. Con l’ex bancario i partenopei tornano a sognare lo Scudetto, vincono il titolo d’Inverno e grazie a un superbo Higuain restano in corsa fino a tre giornate dal termine. Il ‘Pipita’ è l’eroe, viene quasi avvicinato a Maradona, segna 36 gol in campionato e batte lo storico record di Nordahl, con una rovesciata splendida al Frosinone, ma adesso è andato alla Juventus, e gli strascichi sono diventati notevoli.