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Buon compleanno Gigi Riva, 70 anni da Rombo di Tuono

Gigi Riva compie 70 anni. Uno dei più straordinari giocatori della storia del calcio italiano che conquistò l’epocale scudetto col Cagliari nel ’70. Campione d’Europa nel ’68, vice campione del mondo nel ’70, ha accompagnato gli Azzurri nel successo di Berlino 2006.
A cura di Alessio Pediglieri
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Una vita dedicata al calcio e il calcio che gli ha regalato gloria e fama grazie ad un amore condiviso, viscerale, mai mutato nel tempo. E' Gigi Riva, oggi neo 70enne, simbolo per Cagliari e la Sardegna intera ma lombardo di nascita e sardo di adozione, ala sinistra straordinaria, dotato di un tiro strepitoso, protagonista assoluto dello scudetto del 1970 e miglior marcatore della storia della Nazionale con 35 reti in 42 presenze in Azzurro. Con cui vinse l'Europeo del 1968 segnando un gol in finale e divenne vice-campione del mondo a Messico '70 realizzando il terzo gol nella leggendaria partita con la Germania vinta dagli azzurri 4-3. E' suo questo 7 novembre 2014, di diritto, perhé oggi "Rombo di Tuono" compie 70 di cui oltre la metà passati vicino ad un pallone. Straordinario quando giocava, eccellente nelle vesti di manager al seguito della nazionale italiana. Sempre in punta di piedi, sebbene la gloria incontrastata, sempre modesto, mai fuori dalle righe, un esempio, un campione dentro e fuori il campo. Oggi, Gigi Riva ha lasciato l'incarico conferitogli dalla FIGC, da team Manager della Nazionale con cui ha vinto nel 2006 l'ultima Coppa del Mondo a Berlino, per godersi la famiglia, i suoi cari, i figli e i nipoti, una vita che gli ha dato tantissimo e che lui ha ripagato con giocate straordinarie. Schivo alle cronache, Gigi Riva, anche nel momento di maggior gloria personale non ha mai perso il contatto con la realtà in cui ha vissuto e quando ha appeso le scarpette al fatidico chiodo, a soli 31 anni, è uscito di scena in punta di piedi, così come era entrato nel lontano 1962, a soli 18 anni, con la maglia del Legnano.

L'uomo da 1 miliardo di lire. Era dotato di un tocco magico preciso e potente. Conquistatore. Attaccante puro, mancino naturale, giocava partendo dalla posizione di ala sinistra accentrandosi, capace negli anni per saggezza e intelligenza di ricoprire senza alcun problema anche il ruolo di prima punta. Con una predilizione per la porta avversaria perchè proprio ai suoi gol il Cagliari ancora oggi può festeggiare la gioia dell'unico tricolore della sua storia, nel '70, passato tra i piedi di ‘Rombo di Tuono‘. E dire che l'avventura a Cagliari quasi accadde per caso, lui, giovane sognatore nato a Leggiuno in piena Lombardia e che sognava di vestire un giorno la maglia di Inter o Milan. Poi, il destino che si travestì nei panni di Arturo Silvestri, soprannominato da giocatore Sandokan, che ne fu il primo allenatore artefice della prima storica promozione in Serie A. Consegnando a Mario Scopigno un talento che da lì a poco era destinato ad esplodere in tutta la sua potenza. E alla Sardegna il suo figlio putativo che più tardi ripagherà rifiutando la straordinaria offerta della Juventus dell'Avvocato che provò a strapparlo dai colori rossoblù con una proposta unica: 1 miliardo di lire.

Quando Brera lo iscrisse nell'Olimpo degli immortali. Perché Gigi Riva era un uomo di parola, leale, che si innamorò subito del Cagliari e dei suoi tifosi. Che non abbandonò fino alla fine della sua carriera. E tutti amarono quel giocatore potente, generoso, straripante. Di talento, carattere, giocate. Era una forza della natura che il 25 ottobre 1970 trovò la sua perfezione nella pungente penna di Gianni Brera che gli conferì quello che ancor oggi è uno dei più straordinari soprannomi che un calciatore possa vantarsi di portare addosso con diritto e dignità: Rombo di Tuono. "Il Cagliari ha subito infilato e umiliato l'Inter a San Siro. Oltre 70mila spettatori: se li è meritati Riva, che qui sopranomino Rombo di Tuono". Dalle pagine del Guerin Sportivo Brera s'inchinava davanti alla mestosità di Riva e innalzava per sempre il bomber del Cagliari nell'Olimpo delle leggende del nostro calcio. Era l'anno dello scudetto dei sardi, primo e unico. Epocale. Sotto l'egida di un campione che pagò però quasi subito il suo debito con la Fortuna.

Hof e Bet, le gambe spezzate, il ritiro a 31 anni. Nell'anno successivo Norbert Hof, arcigno difensore austriaco gli spezza la gamba in Nazionale: frattura della tibia e del perone destri. Il secondo gravissimo infortunio dopo quello rimediato nel '67, sempre in Nazionale, dove si ruppe solamente il perone. Questa volta il rientro è lungo e lento, ma una ripartenza che Riva vuole ad ogni costo e che riesce ad ottenere grazie al sacrificio e al lavoro quaotidiani. Ritorna, quasi un anno più tardi ma il Cagliari è relegato in zone lontane dai sogni d'Europa e di scudetto. Ma Rombo di Tuono torna a suonare, finchè un altro difensore, il milanista Aldo Bet, in un contrasto lo infortuna nuovamente causandogli uno strappo muscolare dal quale non si riprenderà più definitivamente. E, per colpa del quale, decise di ritirarsi a soli 31 anni e dopo 156 goal in 289 presenze in serie A. E per Gigi Riva, Rombo di Tuono, il Cagliari decise di ritirare per sempre la maglia numero 11.

Campione del Mondo nel 2006. Abbandonato il calcio giocato, Riva rimase a Cagliari, dove nel 1976 fondò la prima scuola calcio dell'isola, che porta ancora oggi il suo nome e alla quale si dedica con passione. Dopo una breve esperienza come presidente della squadra rossoblu, ha lavorato come dirigente della Nazionale dal 1988 al 2013, vivendo la delusione di Pasadena nel '94 come l'esaltazione di Berlino nel 2006. Oggi Gigi Riva ha lasciato l'incarico con la Nazionale per godersi la famiglia, ritornando nella sua città adottiva, Cagliari, che nel 2005 l'ha omaggiato nominandolo cittadino onorario. Senza riflettori puntati, senza luci della ribalta, senza dichiarazioni. In punta di piedi come ha sempre fatto, nel silenzio di un Rombo di Tuono che rieccheggia ancora nelle orecchie di milioni di italiani.

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