Buio, ragni, gatti e paura di volare: le fobie di calciatori e sportivi
Per tanti campioni non esistono paure o timori particolari nel proprio stupendo mestiere. Un calcio di rigore, un tiro da 3 punti, un calcio piazzato, una battuta da home run, una corsa da touchdown, una discesa di uno slalom gigante o la forte pressione di ambiente e tifosi, infatti, spesso non significano molto per questi “algidi” professionisti. Eppure, nonostante l'epico eroismo mostrato in campo, come tutti i comuni mortali, durante la quotidianità queste icone dello sport sono vittime delle fobie più strane e particolari che condizionano le loro esistenze. Vediamo quindi le paure più curiose, strane e particolari che perseguitano i milionari atleti del nostro tempo.
David Beckham e la mania per l’ordine
Il calciatore ex Manchester United e Milan David Beckham ha confessato in recenti interviste tutta la sua stizza nei confronti degli oggetti non messi al loro posto (ataxofobia). Il disordine, prima ancora dei calciatori delle squadre avversarie, hanno rappresentato (e continuano a farlo) nel corso della sua carriera un autentico nemico da combattere e aggredire giorno per giorno. Una irritazione tale che ha “costretto” il 41enne londinese, prima di riposarsi in albergo durante le trasferte, a sistemare opuscoli e brochure presenti nella stanza con una “salvifica” controllatina finanche all’ordine delle bibite del frigobar. Una tendenza, questa, non scomparsa col tempo e che si perpetua anche a casa con armadi sempre a posto, bicchieri perfettamente in fila e ville sempre linde e pinte.
Da Bergkamp a Guerrero, la paura di volare
Un’altra afflizione che perseguita gli sportivi del mondo del pallone è l’aviofobia, ovvero, la paura per questi atleti di salire su di un aereo, girare il mondo e, soprattutto, giocare in trasferta. Da Dennis Bergkamp a Paolo Guerrero, passando per Javier Mascherano (peraltro uno dei pochi ad aver risolto il problema con apposite terapie), non sono pochi i giocatori che sono vittime di questa tremenda ossessione e che, allo stesso tempo, ha condizionato non poco la propria carriera. Basti pensare che, l’ex Inter prima di firmare con l’Arsenal fece inserire una clausola secondo la quale il ragazzo poteva esentarsi da trasferte troppo lunghe, una postilla ed un comportamento che gli hanno garantito, un non troppo onorevole soprannome, quello di “olandese non volante”.
Sluckij ed il suo conto aperto coi gatti
Leonid Sluckij ex allenatore del CSKA Mosca più che soffrire di una vera e propria paura prova un senso di rabbia e repulsione nei confronti dei gatti. E sì perché a 19 anni la sua carriera si è improvvisamente interrotta a causa di un serio infortunio occorsogli proprio mentre tentava di salvare l'indifeso gattino della vicina di casa che si trovava su di un albero. Una rabbia, potremmo dire, più che giustificata per un talento inesploso del calcio russo.
Damian Lillard e la sua automatonofobia
Per chi segue la NBA, Damian Lillard rappresenta il presente ed il futuro non solo dei Portland Trail Blazers (orfani da ormai due stagioni di Aldridge passato agli Spurs) ma anche della lega stessa. Il ragazzo, infatti, con i suoi numeri (26.1 punti e 6.2 assist a partita) che nulla hanno a che vedere con l’usuale e tradizionale concetto di playmaking attenta seriamente, nei prossimi anni, al titolo di Mvp (giocatore migliore del torneo). Nonostante ciò, il nativo di Oakland nella vita soffre della paura delle statue (una fobia a futura memoria per i tifosi del Moda Center) in quanto, quando era più giovane, passando con la sua auto vicino ad un cimitero, scorgendo un monumento di Gesù con le mani rivolte verso il cielo, il ragazzo ha provato un terrore sconvolgente per la caducità della nostra esistenza. Un timore filosofico che, però, continua a condizionare Lillard anche nelle visite nei vari musei degli States, per non parlare del Monte Rushmore.
NFL, Freeman e Berry i duri dalle incredibili fobie
Giocano in una delle leghe professionistiche più fisiche e atletiche del pianeta, sfidano colossi da 190 centimetri, 1 quintale di fasce muscolari e robuste strutture ossee senza timori di sorta, eppure, rifuggono come la peste alcune situazioni nella vita di tutti i giorni. Parliamo del quarterback degli Indianapolis Colts Josh Freeman che teme gli ascensori e di Eric Berry poderoso defensive back dei Kansas City Chiefs che, invece, ha paura dei cavalli per via di una disavventura quando era bambino: un pony lo colpì in uno zoo. Una situazione questa, che genera imbarazzo anche all’Arrowhead Stadium dove la mascotte di Kansas è proprio un simpatico cavalluccio.
Rafa Nadal, un tennista al “buio”
Lo spagnolo dominatore quasi assoluto del tennis mondiale dal 2005 al 2014, soffre invece di una delle fobie più comuni al mondo, ovvero: l'acluofobia, la paura del buio. Non solo l’oscurità però tormenta il maiorchino ma anche altre ossessioni angosciano il poderoso mancino iberico. Nadal, come lui stesso, infatti, ha rivelato, teme anche i cani, i ragni, le tempeste e, infine, le moto.