Buhra Yurdakul, in Turchia la prima donna arbitro coperta dal velo

Buhra Yurdakul ha 21 anni, è una studentessa universitaria ed è la prima donna in Turchia a diventare arbitro di calcio. L'abilitazione a fare il direttore di gara le è arrivata dopo aver seguito e superato un corso della federazione turca: ha fatto il suo esordio domenica scorsa, nella gara disputata nella zona occidentale di Afyonkarahisar tra il Demirspor e il Sandiklispor. Buhra ha fatto da assistente dell'arbitro Mehmet Aydin e in campo è andata indossando un velo nero che le fasciava la testa e una calzamaglia (entrambe di colore nero) che spuntava sotto i pantaloncini. "Fare l'arbitro era il mio sogno" (riporta l'agenzia turca Dogan), mentre nella via di tutti i giorni frequenta la Facoltà di Economia dell'Università di Afyon Kocatepe.
Un caso simile all'episodio verificatosi in Turchia c'è stato anche in Italia. Dopo aver ottenuto il permesso dell’Associazione italiana arbitri (Aia) a indossare il tradizionale velo islamico, l’hijab, e a tenere le gambe coperte, Chahida Sekkafi ha debuttato come direttore di gara il 16 febbraio scorso, dirigendo una sfida del campionato giovanile lombardo: ovvero, la partita tra il San Luigi di Pizzighettone e lo Stradivari di Cremona. Sedici anni, la ragazza frequenta il Liceo Linguistico Manin di Cremona e, grazie al via libera dell'Associazione ha potuto così coronare il suo sogno.
Nulla osta da parte della Fifa. Oltre agli arbitri, a scendere in campo con copricapo e gambe coperte, possono farlo anche le calciatrici in base a una recente disposizione della Fifa. La Federazione internazionale ha autorizzato l'utilizzo del velo per le giocatrici islamiche, metre i giocatori sikh potranno scendere in campo con il turbante.