Buffon, finale di Champions mondiale. Gigi da Pallone d’Oro
L'OlympiaStadion gli evoca imprese Mondiali, come fare un salto indietro nel passato – fino a quel 2006 del cielo azzurro sopra la capitale tedesca – e trascinarne gioia, entusiasmo, verve nel presente. Il Barcellona va a sbattere contro Super Gigi che veste i panni (e i guanti) dell'eroe di serata e si oppone alla sua maniera agli attacchi dei catalani. Strepitoso l'intervento su Dani Alves nel primo tempo e poi su Suarez nella ripresa. E' l'avvio del secondo tempo, i blaugrana sono in vantaggio, il ‘pistolero' brucia in velocità la difesa bianconera ma da quelle parti non si passa. Come la linea del Piave, lo ‘straniero' cozza contro la trincea di Buffon. Una serata comunque straordinaria per il numero uno della Juventus e della Nazionale. Una serata che consolida una certezza: Sì, questo Buffon è da Pallone d'Oro.
L'età anagrafica non conta – Tutto il mondo invidia all’Italia il trentasettenne numero 1 che come il buon vino migliora ulteriormente con il tempo. Quest’anno Buffon è stato il portiere meno battuto della Serie A, ha vinto l’ennesimo Scudetto, ha rivinto la Coppa Italia e adesso prova a conquistare l’unico titolo che gli mancava: la Champions League. Buffon, campione del mondo 2006 e recordman di presenze in nazionale, oltre che per vincere la coppa dalle grande orecchie il numero juventino lavora e si impegna anche per giocare il sesto Mondiale, traguardo che non è stato raggiunto mai da nessuno.
Parma – Da ragazzino era già un predestinato. Il suo esordio lo ricordano tutti. Siamo nel novembre del 1995. Il portiere titolare del Parma Luca Bucci è infortunato. Nevio Scala a sorpresa decide di lanciare il terzo portiere della squadra l’allora diciassettenne Gianluigi Buffon. Sorprendente è la parola giusta per definire la scelta dell’allenatore anche perché al ‘Tardini’ quel giorno scende in campo anche il Milan di Capello, finalista in Champions l’anno prima. Finisce 0-0. Buffon mostra grande personalità e mantiene il posto anche nelle partite successive. Gli esami sono duri. Perché le materie si chiamano Juventus e Napoli, e giocare al San Paolo non è mai facile. L’anno successivo Ancelotti gli affida la maglia da titolare. Con il Parma sogna lo Scudetto, dice parole poco carine alla Juventus – dopo un match che sembrava una corrida – e vince la Coppa Uefa e la Coppa Italia. Nell’estate del 2001 passa in bianconero per 70 miliardi di lire. Una cifra record per un portiere.
Prima vita juventina – Alla Juve trova Marcello Lippi. I bianconeri si stanno ricostruendo e finiscono il campionato in modo meraviglioso. La Juventus recupera cinque punti nelle ultime cinque giornate all’Inter e vince lo Scudetto all’ultima giornata; è il primo Scudetto di Buffon. La stagione successiva arriva il bis, la Juve gioca la finale di Champions. ‘SuperGigi’ para due rigori, ma non basta. Il Milan è campione. La delusione è enorme. Con Capello la Juve vince di nuovo, ma quei titoli vengono cancellati dalla giustizia sportiva. Né Del Piero né Buffon lasciano il club quando scende in Serie B. Quei momenti non si dimenticano. Perché in pochi mesi i bianconeri passano dall’Emirates Stadium e dall’Allianz Arena agli stadi di Rimini, Crotone e Frosinone. La risalita è rapidissima. La Juve sogna in grande con Claudio Ranieri, ma nonostante delle singole vittorie meravigliose, titoli non ne arrivano. Va peggio tra il 2010 e il 2011.
Poker di Scudetti – Quando arriva Antonio Conte i bianconeri tornano grandissimi. La Juventus con il condottiero salentino vince tre Scudetti consecutivi. Buffon è sempre tra i protagonisti. Più passano gli anni e più diventa forte. Lui è il leader della Juve che torna a vincere, non perché ha la fascia di capitano o perché è uno dei calciatori più forti, famosi e rispettati al mondo. Ma perché gioca anche ricordando gli Scudetti cancellati e l’anno della Serie B. Quest’anno con Allegri in panchina la Juve ha cambiato stile di gioco ha rivinto il titolo e dopo vent’anni ha conquistato la Coppa Italia e soprattutto è arrivata a un passo dal grande sogno: la Champions League, quella che a Buffon svanì a Manchester nella prima parte della sua vita juventina.
Italia – Anche il suo esordio in azzurro è indimenticabile. Peruzzi è infortunato, in porta c’è Pagliuca che dopo meno di mezz’ora va ko. Entra Buffon. La partita non è una qualunque. L’Italia a Mosca nel gelo e sotto la neve si gioca l’andata del playoff per partecipare a Francia 98. Buffon si comporta benissimo, finisce 1-1. L’Italia al ritorno a Napoli vince 1-0 e si qualifica per i Mondiali, a cui il portiere prende parte per la prima volta. Zoff lo elegge titolare, ma agli Europei del 2000 non ci va perché si rompe una mano a pochi giorni dall’inizio. Torna titolare nel Mondiale nippo-coreano dove ci ricordiamo soprattutto di Byron Moreno. Nel 2006 a Berlino l’Italia diventa Campione del Mondo. Buffon è straordinario in tutta la manifestazione. La parata su Zidane nella finale è probabilmente la più bella della sua carriera. A Euro 2012 gioca la finale, che finisce malissimo. In Brasile prende parte al suo quinto Mondiale, eguaglia così Matthaeus e il messicano Carbajal. In Russia, dove lui esordì, nel 2018 proverà a diventare il primo calciatore a giocare sei Mondiali. Nel mezzo ci sono 147 partite con la Nazionale, l’ennesimo record per l’uomo dei record.