Buffon contro l’espulsione da ultimo uomo: “E’ una regola che nessuno vuole”

Abbiamo familiarizzato con i suoi sfoghi "sociali" durante gli Europei di calcio ed ora, che ha fatto il suo personale esordio in campionato, Gigi Buffon è tornato ad esprimere pensieri ed opinioni attraverso la sua pagina ufficiale Facebook. Quest'oggi il capitano della Juventus punta il dito contro una regola che, molto spesso, penalizza in primis proprio i portieri, ma che ovviamente va a discapito di tutta la squadra e che inficia l'economia della partita in generale. All'indomani dell'episodio che ha condizionato la gara tra Juventus ed Udinese, ovvero l'espulsione di Brkic all'inizio del primo tempo, il leader bianconero ha apertamente polemizzato contro l'espulsione da ultimo uomo. Buffon sostiene che sia una regola ormai vetusta che poco si addice al calcio moderno, una regola che non accontenta nessuno, anzi penalizza tutti. Ecco lo sfogo dello juventino:
Bella vittoria! Molto importante per noi e per il nostro viatico..
Alla fine rimane un briciolo d'amarezza, constatando che fra tutte le regole che hanno migliorato lo spettacolo calcistico, quella dell'espulsione dell'ultimo uomo rimane la più penalizzante e quella che rende una partita squilibrata a scapito dello spettacolo stesso, soprattutto se capita nei primi minuti di gioco…
Quasi sempre è il portiere che ne fa le spese e nella maggior parte dei casi in maniera ingiusta, perché chi ricopre il mio ruolo quando commette un fallo, non lo fa mai intenzionalmente, anzi, il nostro intento, soprattutto in uscita, è quello di cercare di prendere la palla e non creare un danno all'avversario o di abbatterlo; per cui in molte situazioni il dazio che paghiamo è spropositato e snatura le nostre caratteristiche di coraggio, costringendoci ad essere ostaggi della paura di essere cacciati prematuramente dal campo…
Mi ritengo un riformista in tutti gli ambiti, ma quando una regola fa acqua e ci si accorge che non ha apportato una miglioria all'esibizione di turno sarebbe corretto tornare indietro sui propri passi e ripristinare la regola precedente, per il bene e la tutela del giocatore, del tifoso e in primis del valore-concetto che la sfida è bella e gratificante vincerla ad armi pari possibilmente… e se l'onta della pubblica ammenda, per una regola scriteriata, la si ritiene uno smacco troppo alto da pagare per il proprio ego, almeno si provi ad articolare la norma in maniera che diventi meno rigida, meno penalizzante e che finalmente accontenti e soddisfi tutti, calciatori, spettatori, spettacolo, competizione e sport…Siamo nel 2012, il mondo calcistico è sbarcato anche su Nettuno, non si rimarrà ancora inerti a subire passivamente una regola che non vuole nessuno???? SVEGLIAAA!!!!