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Buffon: “Caroselli anti Juve? Orgoglioso di non essere così”

Il portiere della nazionale parla delle tante feste fatte in Italia dopo la vittoria del Real sulla Juventus: “Fatico ad accettare gli atteggiamenti di chi tifa contro la Juve a prescindere”.
A cura di Alessio Morra
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La sconfitta della Juventus nella finale di Champions League con il Real Madrid ha fatto felici molti tifosi delle squadre che sono tradizionalmente rivali di quella bianconera. E al termine della sfida di Cardiff in molte città italiane sono iniziate feste e sono partiti caroselli. Ciò naturalmente non è andato giù nemmeno a Buffon, che si dice fiero e orgoglioso di non essere come quei tifosi che festeggiano le sconfitte altrui:

I caroselli dopo Cardiff e le critiche? Le critiche quando perdi 4-1 in una finale le ricevono tutti, non c’è uno più colpevole di altri e fa parte del gioco. I caroselli degli altri non hanno peso, non producono in me alcun tipo di reazione se non una specie di orgoglio di non essere così.

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Naturalmente la sconfitta subita in Champions League fa ancora male a Buffon, che per la terza volta è stato sconfitto nell’ultimo atto di una finale di Champions, le altre con Milan e Barcellona:

Non c’è nessun demone dopo Cardiff. Abbiamo perso meritatamente una partita e quello è un peccato. Ma come dico sempre: quando lotti per i traguardi più prestigiosi incontri le squadre più importanti, le difficoltà sono sempre maggiori e ci sta che si perda.

Il calcio però dà la possibilità di voltare pagina in modo rapido a Buffon, che sarà impegnato con l’Italia in una gara importante per le Qualificazioni ai Mondiali 2018:

Dispiace aver perso una finale, ma la vita va avanti. Ci sono altre sfide da affrontare e quella contro il Liechtenstein è una gara sulla carta facile ma che starà a noi farla diventare tale. Sono tre punti che ci permetteranno di andare in Spagna a giocarci una gara di grande valore.

Nell’intervista rilasciata alla Rai Buffon è tornato a parlare del suo futuro. La prossima stagione potrebbe essere l’ultima della sua carriera. Difficile che diventi allenatore, anche se più volte ha ribadito di diventare un giorno c.t. della Nazionale:

Ho detto che probabilmente sarà l’ultimo anno e visto che si potrebbe chiudere un discorso lungo di carriera. Sono molto concentrato sul fatto che lo voglio finire a modo mio. Trovo normale che si parli del dopo Buffon. Lo trovo normale e giustissimo, perché la Nazionale e la Juve sono molto più importanti del singolo giocatore. Ed è giusto che si guardi al futuro. In futuro non so cosa farò. Mi auguro di restare nel mondo del calcio, sicuramente non farò l’allenatore a tempo pieno. Anche perché avrò bisogno un attimo per disintossicarmi dopo 24 anni.

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