Buffon, buffetto a Messi sconsolato. Gigi e la difesa sono un bunker
La Juventus è tra le prime quattro d'Europa. La squadra bianconera è sempre più protagonista in Champions League e adesso ha soltanto due gare da affrontare prima della finale di Cardiff: si può sognare? Certo che sì. I ragazzi di Massimiliano Allegri sono cresciuti tantissimo dalla prima gara contro il Siviglia e hanno messo alla porta una delle squadre che venivano date per favorite con due gare da manuale: tre reti fatte e zero subite nel doppio confronto al cospetto dei catalani che vantano il miglior attacco del mondo (Messi, Neymar e Suarez) e prestazioni da incorniciare.
Nella gara del Nou Camp la Juve si è resa protagonista di un'altra eccellente prestazione difensiva e si è dimostrata la più abile squadra del Vecchio Continente nella "difesa posizionale o di posizione" che esalta l'organizzazione della squadra bianconera e la rende un collettivo interessante da vedere anche se non gioca un calcio spumeggiante, secondo molti.
La Juventus di Allegri punta ad esaltare al massimo il talento dei propri giocatori, che siano essi difensori o attaccanti. La fase di possesso ha inizio con i difensori centrali (Bonucci) e il passaggio alla difesa a 4 ha permesso una migliore copertura di tutto il campo in ampiezza. Durante la costruzione del gioco dal basso si sfrutta l'appoggio di un centrocampista, del trequartista o l'esterno della fascia su cui si agisce. L’obiettivo principale della sottofase di costruzione è la ricerca dell'appoggio per poi cambiare gioco o andare in verticale. La squadra bianconera tende a creare situazioni di 1 vs 1 o 2 vs 1 sugli esterni per esaltare le doti dei propri giocatori (soprattutto Cuadrado e Dybala).
La fase difensiva
Quello che ci interessa di più in questo momento, però, è la fase di non possesso, strutturata per esaltare i duelli individuali ma, allo stesso tempo, avere sempre massima copertura garantita anche dal rientro delle due ali e dei due "volanti" nei raddoppi. La Juventus ha come prima idea il ‘pressing offensivo', come abbiamo visto anche stasera al Nou Camp nella fase iniziale della prima e della seconda frazione: si cerca di occupare nel miglior modo possibile la metà campo avversaria con uno dei difensore centrali, che cerca sempre l’anticipo sui rispettivi riferimenti posizionati in zona palla, e l'altro garantisce la copertura alle spalle. I restanti vanno ad accoppiarsi con i rispettivi calciatori della zona. Una vera e propria partita a scacchi che si vince grazie ad una grande fisicità e alla lucidità di tutti gli interpreti: squadra corta e compatta che tiene lontani gli avversari, a cui permette di partire solo dalle zone esterne, e lavora sulle linee di passaggio per tentare di ribaltare l'azione subito.
In questo modo la Juventus ha ingabbiato il Barcellona e messo fine ad un'epopea calcistica tramandata da Frank Rijkaard a Pep Guardiola fino a Luis Enrique. Quella vista allo Stadium e Nou Camp è una squadra che è in grado di vincere la Champions League senza alcun dubbio: mancano due gare alla finale di Cardiff e il meglio potrebbe arrivare proprio ora.