Brescia, Giampaolo smonta il caso e risponde al telefono: “La mia famiglia sta bene”

Il giallo di Brescia – In città, ma anche fuori, non si parla d'altro: della "fuga" (o scomparsa, fate voi) di Marco Giampaolo, tecnico delle Rondinelle. Dopo che, addirittura, si era mossa la redazione di "Chi l'ha visto?" ("Allarme rientrato" avrebbe dichiarato Federica Sciarelli, conduttrice del programma), l'ex allenatore di Cesena e Catania (e, a questo punto, anche del Brescia) ha finalmente risposto ad una delle tante chiamate a lui rivolte, in questi giorni, da amici, dirigenti e cronisti: "Come va? La mia famiglia sta bene" avrebbe laconicamente dichiarato al fratello, Federico. "Non vi preoccupate, tutto a posto: sto a casa al mare". Una risposta che da un lato tranquillizza ma che, dall'altro, non spiega le ragioni della sua scomparsa, durata tre giorni. La squadra, già pronta a sfidare il Carpi, lo ha aspettato fino all'ultimo. Così come Corioni che, preoccupatissimo, ha voluto spiegare che: "Non c'entrano niente i tifosi, tra l'altro non è stata nemmeno una grande contestazione".
La sconfitta con il Crotone – Tutto è nato dall'inattesa sconfitta casalinga e dal "faccia a faccia" con la tifoseria lombarda. Nelle ore successive alla sconfitta (6 punti in 5 partite per le "Rondinelle"), e dopo i pesanti cori dello stadio bresciano nei suoi confronti, Giampaolo ha affrontato la questione telefonando a Corioni e comunicandogli le sue intenzioni. Nonostante la pazienza richiesta dal presidente, mai troppo convinto di dare la squadra in mano ad altri allenatori (Gautieri, Mangia, ecc.), Giampaolo sparisce e non si presenta all'allenamento del giorno dopo: "E' una cosa che non ho mai visto in 40 anni di calcio – esclama Corioni – Lasciare senza dire nulla che giustifichi una scelta così pesante. Non so cosa sia successo a Giampaolo". Il caso, ovviamente, monta e comincia a preoccupare.
Finalmente squilla – Il telefono che fino a ieri era spento, questa mattina riprende a funzionare regolarmente. Dopo i vari tentativi di stamane, Giampaolo risponde al cellulare subito dopo le ore 16.00, rassicurando tutti ma evitando di dare ulteriori precisazioni e chiarimenti. La squadra, per i novanta minuti di Carpi, verrà diretta dal suo secondo Micarelli, in attesa che il tecnico nato a Bellinzona torni a farsi vedere in città per incontrare il presidente del Brescia che, cosa rara nel calcio, continua a volerlo difendere: "Lo aspetto, aspetto chiarimenti. Io non lo licenzio, non ho accettato le sue dimissioni". Società, squadra e parte della tifoseria sono pronti a riabbracciarlo. A lui, spetterà l'ultima parola.
Il ds del Brescia: "Si dimette". "Giampaolo era in disaccordo con noi, con la società. C'era un problema nel rapporto con la gente che non l'ha mai accettato. Insomma, le solite cose di Brescia… – ha ammesso il ds Iaconi -. A quanto pare è una decisione irrevocabile, vuole troncare. C'è un problema di rapporti con la città. Scomparso? Io l'ho visto, sono stato a casa sua con il figlio del presidente e un mio collaboratore. Si è chiuso in casa e non voleva parlare con nessuno".