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Brasile, ufficiale: Dunga nuovo commissario tecnico

Il tecnico carioca torna sulla panchina verdeoro, dopo l’esperienza 2006-2010.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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l'internacional licenzia l'ex tecnico della selecao

Era nell'aria, adesso è ufficiale: Dunga è il nuovo commissario tecnico del Brasile. L'ex-giocatore della Fiorentina avrà dunque il compito di provare a cancellare il ricordo di Felipe Scolari e, soprattutto, quello di un Mondiale iniziato nella convinzione generale che sarebbe stata una cavalcata trionfale ma che poi si è concluso con le batoste europee rimediate da Germania (7-1) ed Olanda (3-0). Per Carlos Dunga, già capitano della Seleçao campione del mondo ad USA 94 e vicecampione a Francia 98, si tratta di un ritorno, visto che aveva guidato la selezione carioca dopo il Mondiale 2006, portandola a vincere la Copa America 2007 e la Confederations Cup 2009, concludendo il suo ciclo ai Mondiali in Sudafrica del 2010, quando i verdeoro furono buttati fuori ai quarti dall'Olanda per 2-1.

Il lavoro da fare per Dunga non manca: la squadra, al di là del risultato deludente del 4° posto finale, è apparsa al Mondiale demotivata e scarica. Poco carisma e ancor meno concretezza. Più che una squadra, il Brasile è sembrato l'idea, poco convinta, di una squadra. E la forza delle idee, senza quell'agonismo che ancora oggi fa la differenza, non è servita. Non a caso ad avere la meglio è stata la Germania, una squadra che ha dalla sua due semplici caratteristiche: coraggio e concretezza. Pochi proclami, pochi show, poche passerelle, ma tanto sudore, tanto sacrificio, tanta fame. Ecco perché Dunga potrebbe essere l'uomo giusto per il Brasile: uomo vero, leader in campo e fuori, è un brasiliano che ha dalla sua un carattere prettamente europeo. Sarà il suo patrimonio genetico particolare, frutto di un mix tedesco ed italiano: il padre ha origini piemontesi, la madre tedesche. Due posti dove la concretezza e la serietà la fanno da padrone: c'è poco spazio per i sogni e le false illusioni. Da oggi, inizia la nuova era del Brasile, sotto il segno del "cucciolo" di Ijuí.

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