Brasile, incriminato ex presidente Flamengo per incendio al centro sportivo della Juniores
Sono passati tre mesi dalle fiamme e dalle dieci giovani vite spezzate dal rogo del ninho di Urubu, dove sono ospitate le giovanissime promesse del Flamengo, e dopo la chiusura delle indagini la polizia di Rio de Janiero ha formalmente incriminato per omicidio colposo l’ex presidente del Flamengo. Eduardo Bandeira de Mello e altre sette persone sono state ritenute responsabili di non aver messo in sicurezza il dormitorio, che un tempo ospitava la prima squadra ma in una seconda fase venne riadattato per accogliere i ragazzi provenienti dal resto del Brasile e selezionati per far parte della Juniores del Mengão: in quel disastro solo 16 riuscirono a fuggire, tre con gravi ustioni e altri 13 che vennero chiamati dai compagni che si erano accorti delle fiamme.
I fatti di Rio de Janeiro
Quel terribile incendio si verificò all’alba, quando tutti dormivano, e uno dei ragazzi che alloggiavano al ninho di Urubu si svegliò per il fumo che si sprigionava da un condizionatore d’aria: alzandosi di corsa dal letto ha chiamato i compagni che erano vicini ma le fiamme bloccarono l’unica uscita dal malridotto container e per dieci piccoli atleti non c'è stato nulla da fare. La tragedia sconvolse Rio de Janeiro e l'intero Brasile, con i genitori che assediarono la zona di Vargem Grande e per ore hanno atteso, in preda all’angoscia, notizie sui propri figli e nipoti. Momenti strazianti e terrificanti che vennero ripresi in diretta da tv e siti online.
L'indagine e le accuse
I vertici della dirigenza del Flamengo vennero ritenuti responsabile di omissioni e incuria del centro dove alloggiavano le giovani speranze del club Rubro-Negro: le accuse fanno riferimento ai lavori di ristrutturazione mai eseguiti e all'installazione un sistema di sicurezza, tra cui quello antincendio, in un magazzino adattato a dormitorio ma questa tipologia di intervento sono state imposte e realizzate soltanto dopo il sequestro per tre mesi dell’impianto. L’indagine è stata condotta dal delegato della Polizia Márcio Petra, del 42° distretto, che ha chiesto anche il rinvio a giudizio degli ingegneri che collaborano con il Flamengo e quelli della società NHJ, responsabile del trattamento dei depositi. La società di calcio brasiliana non ha rilasciato commenti ma ha tenuto a sottolineare solo di non avere ancora ricevuto l’atto di incriminazione.