Brasile e Ghana, Mondiali 2010: i drammi sportivi di due paesi.

I verdetti dei primi quarti di finale dei Mondiali 2010 sono stati crudeli quanto clamorosi: a casa il Brasile, la squadra favorita per la vittoria finale ed il Ghana, l'unica africana rimasta in gioco.
Due storie diverse, due squadre diverse, ma lo stesso dramma sportivo. Sul viso dei brasiliani si poteva leggere incredulità, rabbia, disperazione. E sì perché i verdeoro erano qui per vincere, per portarsi a casa la coppa più ambita del mondo, invece se ne torneranno con una valigia carica di rimpianti. Eppure Brasile-Olanda era partita bene per la Seleçao, dal momento che Robinho aveva portato i suoi in vantaggio dopo appena 10 minuti. Poi nel secondo tempo i carioco si sono sciolti sotto i colpi di un'Olanda cinica e spietata. Felipe Melo, finito al centro del mirino per la sua prestazione, é diventato suo malgrado il simbolo di un Brasile perdente, cattivo e sleale.
Storia ben diversa quella del Ghana. La simpatica squadra africana voleva disputare il suo Mondiale col semplice intento di fare una bella figura, invece si é trovata catapultata ad un passo dalle semifinali. La delusione dei ghanesi é la delusione di tutti gli africani, perché dietro la squadra di Rajevac c'era un intero continente. Il Ghana poteva essere la prima squadra africana ad approdare alle semifinali in un Mondiale, ma Gyan ha sparato sulla traversa quel pallone che avrebbe fatto impazzire di gioia i suoi tifosi. L'attaccante ghanese negli istanti successivi l'errore avrà pensato milioni di cose; ma avrà pensato anche che un centimetro può cambiare la tua vita; quel rigore, tirato un centimetro più in basso, avrebbe significato la semifinale per il Ghana.
Il simbolo della squadra africana é quel pianto a dirotto ed inarrestabile dell'ex attaccante dell'Udinese, che ha avuto nei suoi piedi il destino calcistico di un intero continente. Nonostante l'amarezza il Ghana può senz'altro uscire a testa alta da questa competizione avendo onorato il suo paese e l'Africa intera con un Mondiale superbo.
Francesco Ferrara