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Brasile 2014: il Mondiale della corruzione e delle lotte di potere è già iniziato

A poco più di due anni da Brasile 2014, scoppia la guerra di potere tra la FIFA e il Comitato organizzatore verdeoro. Tra ritardi, insulti, corruzioni e dimissioni, il Paese non sta rispettando le consegne di Sepp Blatter che ha già fatto rotolare la testa di Teixeira, storico presidente della Federcalcio brasiliana. La FIFA potrebbe cambiare sede, entro quest’estate, ma ci sono già oltre 900 contratti firmati con gli sponsor…
A cura di Alessio Pediglieri
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Brasile2014 corruzione e lotte di potere

Mancano circa 800 giorni al Mondiale di Brasile2014, l'appuntamento calcistico più importante dei prossimi anni, con un Paese intero pronto a riospitare la kermesse iridata  dopo oltre 60 anni, dall'ultima e unica edizione targata 1950 quando a trionfare fu l'Uruguay in una irripetibile edizione in cui non ci fu una vera e propria finale. In quell'anno, infatti, non vi fu una sfida per la vittoria, perché, unico caso nella storia dei mondiali, era previsto un girone all'italiana tra le prime classificate dei 4 gironi del primo turno. Tuttavia le ultime due partite del girone si disputarono l'una tra le prime due squadre della classifica parziale (Brasile e Uruguay) e l'altra tra la terza e la quarta (Spagna e Svezia). Brasile-Uruguay (finita 1-2) valse "de facto" come finale del torneo.
Oggi, invece, la Seleçao si ritrova ad essere la Nazionale da battere, non solo perchè è leader nella classifica dei Paesi più vincenti (non a caso è "pentacampeòn" unica a ottenere 5 successi in Coppa del Mondo) ma anche perchè ha una squadra di tutto rispetto, formata da una nuova generazione di fenomeni pronta a strabiliare l'universo calcistico proprio nell'appuntamento più esaltante, spinta da una intera nazione che farà di tutto per riportarla sul gradino più alto del podio.
Sarebbe inutile e noioso fare l'elenco di tutti i campioni, le squadre, i successi che sono legati al Brasile dagli albori del calcio ad oggi, più doveroso proiettarsi verso l'attualità e il prossimo futuro andando a scoprire come ci si stia avvicinando all'appuntamento del 2014, non tanto da un punto di vista calcistico, quanto da quello amministrativo e organizzativo per un Paese che riporterà il pallone a casa, dove – nell'immaginario collettivo – è nato (e non ce ne vogliano i veri padri fondatori anglosassoni).

Brasile2014 corruzione e lotte di potere

Il Mondiale delle corruzioni e degli appalti folli
Il Brasile è terra di contraddizioni e paradossi, dalle favelas alle city, tutto racconta di opulenza e povertà in un mix mai diventato reale ma con parallele realtà fatte di fortuna e miseria. In un Paese enorme di oltre 8 milioni di km quadrati, superpopolato (l'ultimo censimento si attesta attorno ai 190 milioni di persone) e potenzialmente ricco, con un reddito procapite attorno ai 15 mila euro, l'attesa per i Mondiali 2014 si è trasformata da tempo, in una corsa contro il tempo per farsi trovare pronto all'appuntamento con la storia. Anche perchè, ancora in Brasile si organizzerà nel 2013 la Confederation Cup (prova generale del Mondiale) e le Olimpiadi 2016. Non senza difficoltà e problematiche che ne hanno evidenziato i fortissimi limiti e le liti di potere, da sempre all'ordine del giorno come in ogni classico stato sudamericano dove un evento di insuperabile interesse mediatico e dal ritorno economico irripetibile, rischia di trasformarsi in una lotta di interessi personali.
Non a caso, il Mondiale 2014 è stato già soprannominato in un poco edificante ‘Mondiale delle corruzioni'. E il problema degli scandali a catena che hanno decimato il governo di Dilma Rousseff, hanno costretto in questi mesi diversi ministri alle dimissioni, una delle cui motivazioni principali è stata proprio relativa agli intrallazzi e alle mazzette sulle infrastrutture per Mondiali e Olimpiadi (in programma per il 2016).
Tra coloro che sono saltati c’è stato pure il predecessore di Robelo, Orlando Silva de Jesus Júnior, accusato di aver imposto mazzette per almeno 23 milioni di dollari andati parte a lui, parte al suo Partito comunista del Brasile: Silva aveva iniziato fin dal 2004 a imporre tangenti del 20% sui contratti del ministero dello Sport con le Ong. Prima di Silva si era dovuto dimettere il ministro del Turismo Pedro Novais Lima, dopo che il suo sottosegretario Federico Costa e altri 37 funzionari del ministero erano stati arrestati con l’accusa di aver preso soldi dai fondi per le scuole destinate a preparare i tassisti, le cameriere e il personale alberghiero di cui il paese avrà bisogno nel 2014 e nel 2016.
Il ‘gigantismo‘ ad hoc su cui vige il tentativo di speculazione di massa è dato anche da un altro fattore: se in Sudafrica il costo di 4 miliardi di dollari per l’edizione del 2010 è stato giudicato scandaloso, in Brasile si è già arrivati a 13 miliardi. Ma il presidente Dilma Rousseff ha anticipato che dovranno esserne spesi almeno 18, e fonti indipendenti denunciano che si oltrepasseranno i 33,2.
In tutto il Paese sono partite oltre 80 indagini ad opera di 12 procuratori incaricati di altrettante città, per fermare un'emorragia già fluente di sperpero di soldi e finanziamenti pubblici, ricordando che già nel 2013 il Brasile fdarà le prove generali ospitando la Confederations Cup, nel 2014 i Mondiali e nel 2016 le Olimpiadi.

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Il ‘calcio nel c…' voluto da Blatter
Le difficoltà all'interno dell'enorme macchina organizzativa brasiliana sono state identificate, in modo assi poco ortodosso e per niente ‘politically correct' da Jérôme Valcke, giornalista sportivo francese che dal 2007 è segretario generale della Fifa e che lo scorso 2 marzo, a proposito di un commento sui lavori per i Mondiali 2014.
"A kick up the backside",
un'espressione colorita, usata per indicare ciò di cui il Brasile avrebbe avuto bisogno per arrivare con tutte le infrastrutture pronte  all’appuntamento del Mondiale. “L’espressione in realtà significa ‘accelerare il ritmo’, e non che il Brasile ‘avrebbe bisogno di un buon calcio nel sedere’”, ha sottolineato lo stesso Valcke nella lettera di scuse indirizzata al ministro brasiliano dello Sport Aldo Robelo, dopo la ‘strumentalizzazione' attorno alla vicenda da parte della stampa verdeoro che ha tradotto ‘malamente' la frase scatenando un putiferio.
Anche perchè i rapporti tra il Brasile e la FIFA sono da sempre molto tesi e al limite. Il giorno dopo la dichiarazione, Robelo aveva detto che il Brasile non avrebbe più accettato Valcke come interlocutore per via di quelle dichiarazioni “offensive” e “inaccettabili” che “rendono difficile creare un ambiente di cooperazione e di intesa”. Lunedì 5 marzo, la rottura era stata ufficializzata in una lettera al presidente della Fifa Joseph Blatter, fino alla correzione dello stesso Valcke e della sua lettera che ha provato a chiudere un caso più che mai aperto.
Il Brasile è più interessato a vincere la Coppa del Mondo che a prepararla”, aveva ancora detto Valcke, sottointendendo come non fosse pronto a ospitare la Coppa del Mondo. Questo non è, infatti, l’unico fronte di dissenso. La Fifa, infatti, ha pure chiesto al Brasile di sospendere per la durata del Mondiale sia il bando alla vendita degli alcolici negli stadi che vige dal 2003 – per via soprattutto della sponsorizzazione di Brewer Budweiser – sia la vendita di biglietti a metà prezzo per categorie come gli studenti, i pensionati, gli indios o le persone a basso reddito in genere. Il Congresso di Brasile per ora dice di no. È però il tema del ritardo nella costruzione di stadi, hotel e strade che minaccia di far fallire l’appuntamento sportivo.

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L'autorità FIFA e l'indipendenza del Governo brasiliano
Non si sono mai amati il Brasile e la Fifa, divisi da troppi potentati che profumano di eternità e che non vogliono cedere di un passo nella difesa ad oltranza dei propri interessi e che vedono in contrasto da una parte Ricardo Teixeira, che regna sul futebol brasiliano da decenni, e dall'altra Joseph Blatter e i suoi uomini. La Fifa teme una catastrofe organizzativa, il Brasile risponde che non è vero, tutto procede e, intanto, volano parole grosse, letteracce, cancellazione di incontri e attriti sempre più irrisolvibili.
La Fifa ha ammesso che il problema non sono gli impianti sportivi: i lavori negli stadi sono a buon punto e per il Brasile alcuni sono addirittura in anticipo sulla tabella di marcia prevista, come per la ristrutturazione completa del  Maracanã. Ma sul resto, Blatter si dice terrorizzato e non si fa una ragione che il Parlamento non abbia ancora approvato la "legge quadro" sulla competizione. La "legge quadro" può sembrare un semplice passaggio burocratico, ma in realtà definisce questioni delicate e determina l'autorità della FIFA. Quando un Paese accetta l'organizzazione di una Coppa del Mondo, infatti, si sottopone a una raffica di condizioni della Fifa che sfiorano la perdita di sovranità, negli stadi e attorno ad essi, imponendo una sorta di ‘legge marziale' sotto il regime totalitario di Blatter e i suoi. Tutto è elemento di discussione.
Un esempio? A Brasilia c'è chi ha tentato di infilare proposte bizzarre contro il volere della Fifa, come l'accesso scontato alle partite a chi consegna un'arma illegale. Alla quale, il solito intransigente Valcke, portavoce del malcontento di Blatter, ha replicato in modo piccato: "Non credo di aver abbastanza biglietti per tutte le pistole che circolano in Brasile…"

Salta Teixiera, Blatter vince ancora
Ultimo nodo del contendere, anche le lotte di potere per le ‘poltrone' che contano. Colpito dagli scandali interni, il brasiliano Teixeira, presidente del comitato organizzatore, è stato per qualche settimana in licenza malattia fino a presentare le proprie dimissioni il 12 marzo 2012. Blatter lo ha sempre temuto come concorrente per la poltrona più alta della Fifa, che già venne occupata dal suocero di Teixeira, l'altro eterno boss del calcio João Havelange. Già nei Mondiali del 2010 in Sudafrica si parlava di un passaggio di consegne tra i due dinosauri: Teixiera (79enne) al posto di Blatter (76enne). Ma le sue dimissioni lo escludono da un possibile futuro ballottaggio che va, al momento, ascritto come una vittoria fondamentale per lo stesso Blatter: l'immagine pubblica e politica di Teixeira si e' inoltre ulteriormente deteriorata in seguito alle tensioni nei rapporti con la Presidente del Brasile, Dilma Rousseff, che non lo ha mai visto di buon occhio.

L'unico punto sul quale, oggi, malgrado tutto, sono tutti d'accordo è che, qualunque cosa accada, questi Mondiali non possano più essere tolti al Brasile. Nessun facile buonismo dell'ukltima ora, intendiamoci.
In teoria la Fifa ha tempo fino a giugno di quest'anno per spostare la sede, ma in Brasile sono certi che ciò non avverrà: ci sono già 921 contratti firmati tra sponsor, diritti tv, hotel, linee aeree. Cancellarli e ricominciare da zero da un'altra parte è praticamente impossibile.

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