Botte e minacce, gli avversari rinunciano: così il Canelas 2010 vince le gare

Dodici partite vinte a tavolino con il più classico 3-0. E' successo al Canelas 2010, squadra lusitana di quarta categoria composta dagli ultrà del Porto. Come mai la lista delle gare non disputate ma conquistate d'ufficio è così nutrita? La ragione è da ricercare nell'atteggiamento violento, minatorio che i calciatori avrebbero nei confronti degli avversari. Una condotta aggressiva, corredata spesso dalle minacce rivolte ai giocatori al punto da spingerli a rifiutare il confronto sul rettangolo verde, accettando anche di pagare le sanzioni amministrative (750 euro ogni volta che un club decide di non scendere in campo) pur di non dover registrare atletici con infortuni seri o altre lesioni.

A riportare la notizia è stato il quotidiano spagnolo El Pais che nell'articolo fa riferimento a una fonte anonima: "Vincono per le minacce che rivolgono a ragazzi appena ventenni, le fanno anche davanti agli arbitri oppure davanti agli agenti. Nessuno però fa niente…". Come fanno a restare impuniti? Possibile che nessuno si accorga di quegli episodi? Anche in questo caso la spiegazione è triste ma non fa una grinza. "I direttori di gara non hanno il coraggio di mettere tutto a referto. Pure loro hanno paura" avrebbe ammesso il numero uno di un'altra squadra rimasta vittima di quella condotta palesemente antisportiva (Gomes, patron del Grijò).

Cosa rispondono i diretti interessati? Chiamati in causa, i calciatori del Canales 2010 affidano la replica al capitano Fernando Madureira, anche leader della parte più calda e numerosa della tifoseria del Porto, i Super Dragões: "Gli avversari hanno paura di noi? Comprino un cane… In queste categorie il calcio è sempre stato molto fisico e noi non facciamo altro che tenere botta. Non pratichiamo mica danza?".