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Borriello si dichiara: “Avrei voluto chiudere al Napoli. Juve? Come in fabbrica”

L’attaccante ex Ibiza ha rivelato, se ancora ve ne fosse bisogno, la sua passione per il Napoli e sulla sua voglia di voler chiudere le carriera nella squadra della sua città: “Avrei fatto anche la quarta punta per Ancelotti, a cui manca solo un Higuain o un Ronaldo. Farò sempre il tifo per gli azzurri”.
A cura di Vito Lamorte
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Ero e sono un tifosissimo del Napoli, lo ero da bimbo e lo sono adesso. Avrei voluto finire la carriera nella squadra del mio cuore e mi sarebbe piaciuto fare la terza o la quarta punta in azzurro anche perché conoscevo Ancelotti, ma la dirigenza ha fatto scelte diverse e lo capisco. Anche io ho fatto una scelta di vita, ma seguirò sempre il Napoli.

Marco Borriello si confessa. L'ex attaccante dell'Ibiza, Segunda División B spagnola, ha parlato per la sua passione per il Napoli, del campionato italiano, di altre situazioni che riguardano il nostro torneo e la sua nuova avventura in Spagna. Il centravanti napoletano si è confessato ai microfoni di Radio Marte ha espresso la sua opinione sul campionato di Serie A appena cominciato e ha messo in evidenza le differenze tra Juve e Napoli:

La Juventus si rinforza ogni anno mentre Ancelotti ha avuto qualche difficoltà inizialmente, ma poi ha preso in mano la situazione e le ultime partite del Napoli sono state bellissime. C'è fiducia nel futuro anche perché la squadra è forte. Al di là dei singoli, la squadra funziona ed è un piacere vederla giocare. Manca la ciliegina sulla torta e quindi un Higuain o un Ronaldo, magari la società si attrezzerà. Ancelotti fa sentire tutti vivi e anche a Napoli sta dando spazio a tutti e questo e' un valore aggiunto per il club.

Sulle esperienze precedenti: Alla Juve come in fabbrica

Borriello ha fatto un excursus sul suo passato nelle big italiane in cui ha giocato e ha messo in evidenza le differenze tra le piazze più grandi che ha frequentato nella sua carriera:

Sono rimasto molto legato al Milan dove sono cresciuto perché il mio bagaglio è fatto del quotidiano dei campioni rossoneri. Alla Roma ho iniziato bene, ma la nuova società mi ha tolto dai programmi tecnici e si è rovinato un po' il buon rapporto, ma ho un buon feeling con la città ed i tifosi. Alla Juve sono stato solo sei mesi ma ho vinto uno scudetto e ho conosciuto persone fantastiche. Lì è come entrare in fabbrica, ognuno rispetta il suo ruolo e il clima è rigido, ma vincente e alla fine nel calcio conta vincere. In altre piazze ho riscontrato più passione.

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