Bonucci e quella volta che pianse di felicità: “Quando Matteo superò l’operazione”
#ACasaConLaJuve è l'hashtag che chiama all'adunata i tifosi bianconeri che, complice lo stop alla Serie A per l'emergenza Coronavirus, vogliono restare in contatti con i loro beniamini. Oggi è toccato a Leonardo Bonucci, in collegamento telematico sul canale ufficiale, rispondere alle loro domande, raccontare come si vive da "reclusi" e quali sono le sensazioni per il futuro. Niente allenamenti perché è impossibile prevedere quando si tornerà in campo e addirittura in assemblea di Lega s'è fatta largo l'opzione di sospendere il campionato cristalizzando classifica e retrocessioni, aprendo a una formula a 22 squadre come stagione transitoria.
Nel collegamento virtuale il difensore della Juventus ha parlato anche di altro, argomenti molto personali. E un po' gli sono venuti gli occhi lucidi quando ha ricordato uno dei momenti più brutti e più belli della sua vita: dal dramma e dalla paura per le condizioni di salute del figlioletto, Matteo, al pianto di felicità per la notizia sussurrata dai medici che l'operazione era andata a buon fino e il bambino sarebbe guarito.
Quella volta ricordo che piansi di gioia – ha ammesso Bonucci, azionando la sequenza videoclip e tornando con la memoria indietro nel tempo -. Matteo superò il suo momento peggiore della vita e quando la dottoressa, uscita dalla sala operatoria, ci disse che l'intervento era riuscito non potevo essere più contento, fu bellissimo.
Da un ricordo del passato al presente, alla stretta attualità dei fatti che vede l'Italia nella mora della pandemia. La stessa Juventus è stata sfiorata dal Covid-19, registrando i casi di positività di Rugani, Matuidi e Dybala. Il bollettino quotidiano dei contagi, degli ammalati e dei morti è drammatico. Impossibile in una situazione del genere ipotizzare la ripresa del torneo.
Sto benissimo, sono stati giorni difficili – ha aggiunto Bonucci -. Oggi è finito l'isolamento per noi giocatori ma io sono stato fortunato perché non ho avuto alcun tipo di sintomo. Mi auguro che abbiano questo tipo di fortuna anche tutte le persone che stanno combattendo questa battaglia. I giorni dentro casa sono lunghi ma intensi: con tre bambini, una moglie e una casa da tenere in ordine. Diciamo che non ci annoiamo.