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Bonucci disperato: “Peggio di così non poteva andare, è come una sconfitta”

L’amarezza del difensore milanista dopo il pari beffa al 95°: “Peccato ma complimenti a Brignoli perché ci ha creduto”. Gattuso: “Ci lecchiamo le ferite ma brucia ancora di più aver preso gol negli ultimi 30 secondi dal portiere che è sempre qualcosa di strano”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il colpo della ‘strega' piega in due il Milan al 95°. E fa male, malissimo. Un gol del portiere Brignoli di testa, lanciatosi in avanti per l'ultimo assalto, sigla pareggio, primo punto in A per il Benevento e regala a Gattuso – al debutto in panchina – il primo dispiacere della sua avventura di allenatore. Che beffa, davvero. E che rabbia non essere riusciti a resistere al forcing dei sanniti, una formazione generosa ma modesta, che ha avuto il merito di aggrapparsi all'orgoglio quando tutto sembrava compromesso. La maledizione è spezzata, la classifica indica pendenza massima per la salvezza ma almeno quel fastidioso quanto mortificante ‘zero in graduatoria' è stato cancellato.

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Difficile da cancellare invece l'amarezza per i rossoneri. A cominciare da Bonucci che non usa giri di parole né si trincera dietro proclami per descrivere la disperazione scaturita da quel pareggio incassato in pieno recupero.

Credo che in tanti possano dire di non aver mai visto un finale così in carriera. Vanno fatti i complimenti a Brignoli, perché ha fatto un gran gol. Dispiace tanto non aver vinto. Volevamo i tre punti con il nuovo mister e per questo avevamo lavorato tanto in settimana. E' un pareggio brutto, dobbiamo ricompattarci perché peggio di così non poteva andare – ha ammesso il difensore milanista a Sky Sport -. E' come una sconfitta? Sì perché prendere gol così è brutto, oggi contavano i tre punti. Ma detto questo mettiamo un punto e ripartiamo.

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Gattuso è rosso in volto. Prende fiato ed emette un mezzo ‘ringhio'. La buona sorte non gli è stata amica nel giorno del debutto da tecnico della prima squadra. Non può fare miracoli, non ha la bacchetta magica ma tornare a casa così, dopo un 2-2 beffardo, è come prendere un cazzotto nello stomaco.

Devo ringraziare questi ragazzi perché da quando sono arrivato c'è stata grande disponibilità da parte di tutti, c'è grande senso di appartenenza e c'era disperazione nello spogliatoio – dice a Premium Gattuso -. Ci lecchiamo le ferite ma abbiamo il dovere di migliorare la condizione fisica e la mentalità. Dispiace molto però non posso rimproverare niente alla mia squadra. Certamente brucia ancora di più aver preso gol negli ultimi 30 secondi dal portiere che è sempre qualcosa di strano.

Una vittoria, ci credeva e ci sperava. Avrebbe fatto da tonico e soprattutto aiutato la squadra a lasciarsi alle spalle il momento negativo culminato con l'esonero di Montella. Invece, niente. A Benevento è stata peggio che a San Siro dopo il pari per 0-0 col Milan.

Quanto c'è da lavorare? Molto – ha aggiunto Gattuso -. Sapevamo che in pochi giorni non potevamo cambiare tutto però è un pareggio che brucia molto. Ora bisogna guardare avanti. L'identità la si dà con i concetti di gioco, poi gli uomini sono importanti ma è meglio lavorare sui concetti e su quello che si deve fare.

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