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Bologna, un tabloid americano accusa Joe Tacopina

Il nuovo proprietario del Bologna è stato accusato da due suoi ex clienti.
A cura di Alessio Morra
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Joe Tacopina mercoledì scorso è diventato il proprietario del Bologna, che sogna la rapida risalita in Serie A. L’avvocato newyorkese oggi è stato accusato dall’ex commissione della polizia della principale città americana, Bernie Kerik. Secondo il quotidiano Daily News, l’avvocato Tim Parlatore ha chiesto a un giudice del tribunale statale di Manhattan di congelare tutti i beni di Tacopina, prima che l’ex consigliere della Roma di Pallotta si trasferisse in Italia con tutta la sua famiglia e metta al sicuro tutti i suoi beni.

Le accuse di Kerik

Kerik, condannato a quattro anni nel 2010 per frode, sostiene che il nuovo numero uno del Bologna, che era il suo avvocato, avrebbe collaborato con il procuratore che lo accusava. Lo stesso Kerik sostiene che Tacopina avrebbe intessuto relazioni sentimentali con la moglie di un cliente e con alcune giornaliste durante la difesa di Melanie McGuire, accusata e condannata di aver ucciso e poi fatto a pezzi il cadavere del marito. Sempre secondo Kerik, Tacopina avrebbe fatto uso di antidolorifici e cocaina. La campagna di diffamazione è stata smentita e ricusata dall’avvocato Judd Burnstein, legale di Tacopina.

Anche un legale del Connecticut accusa Tacopina

Anche un legale del Connecticut accusa il presidente del Bologna. L’avvocato aveva assunto Tacopina perché voleva chiedere un risarcimento danni dopo aver subito violenze sessuali dall’ex socio dello studio. Secondo la donna Tacopina avrebbe patteggiato per una cifra di un milione di dollari, ritenuta insufficiente, senza neppure interpellarla. E sarebbe emerso che Tacopina era in società da più di un anno con l’avvocato accusato delle violenze. E nella causa depositata in tribunale si sostiene che l’uomo di legge italo-americano avrebbe ritardato il pagamento del ‘famoso’ milione di dollari. “Durante quel periodo di tempo, Tacopina si trovava in difficoltà finanziaria e costantemente ‘rubava a Tizio per pagata Caio’ chiedendo soldi in prestito da differenti finanziatori, incluso il suo studio legale.”

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