Bologna, Portanova: chi sgarra lo attacco al muro
Un gladiatore allo specchio. Cosi ci si immagina Portanova intervistato dai cronisti del corriere dello sport.
Un giocatore diventato leader morale del Bologna. Forse rude, ma leale, puro. Il difensore rossoblù spiega le sue regole e la sua etica sportiva. Un comportamento che da tempo è legge al Bologna, il cui rigore ha fatto uscire la squadra da una situazione più volte sull'orlo della smobilitazione generale. No le righe non si sciolgono, chi sgarra se la vede con lui "Tutti per il Bologna. Chi sgarra lo sa che lo attacco al muro". Parole che fanno capire il ruolo guida che Portanova riveste all'interno dello spogliatoio : "Il calcio impone rispetto per il collettivo: se vai in giro la sera, in campo fai fare brutta figura ai compagni Chi non accetta le regole del gruppo vada a giocare a tennis. A qualcuno l'ho spiegato a brutto muso".
Un impegno a metà con l'altro leader di questa squadra, Marco Di Vaio "è un motivo d’orgoglio giocare nella sua squadra. Un giovane lo guardi correre e lo prenda come esempio, perché Marco è uno che in ogni istante ti insegna qualcosa. Secondo me può giocare altri 3 o 4 anni a grandi livelli. Poi è evidente che nel caso in cui smettesse di segnare e di farci vincere, lo faremmo fuori». Sorriso.
Il difensore chiarisce inoltre, una volta per tutte, il caso Baraldi e il mistero del secondo goal di Bari «Dico subito che non sono pentito di quello che ho fatto. Sul gol di Ekdal ho esultato, su quello di Di Vaio no, avendo sentito un paio di mani sulle spalle e credendo che fossero di Baraldi. Mi dispiace, ma è più forte di me, io non riesco a fingere».Insomma un soggetto che non le manda a dire, un buono che sà diventare cattivissimo. Un "duro buono" come lo definsicono i compagni. Una guida etica essenziale per il Bologna, una squadra che,s empre a detta del giocatore " Può finire nella facciata sinistra della classifica. E lì vorrei finire, lì vogliamo finire tutti"