Boateng: “Mi urlavano buh, buh… come fossi un animale”

"Ogni volta che toccavo palla sentivo cori indirizzati nei miei confronti, dei buh buh che ricordano i versi degli animali". E' questo il racconto reso in Tribunale a Busto Arsizio (provincia di Varese) da Kevin Prince Boateng: il calciatore del Milan ha testimoniato nel processo per i cori razzisti durante l'amichevole con la Pro Patria. Quegli insulti avevano provocato rabbia e una reazione stizzita: aveva scagliato il pallone contro la tribuna e poi abbandonato il campo insieme ai compagni di squadra. "Penso che mi abbiano insultato perché la mia pelle non è bianca – ha proseguito -, succedeva anche in Germania e per me si tratta evidentemente di atti di razzismo". Con lui c'erano anche il compagno di squadra, Daniele Bonera, e l'allenatore Massimiliano Allegri.
Ricevuto da Blatter. Venerdì mattina Boateng sarà a Zurigo e incontrerà il presidente della Fifa, Joseph Blatter, per "discutere sui modi di combattere il razzismo nel calcio". Domani, invece, su invito dell'Onu, parteciperà alla Giornata internazionale per l'eliminazione delle Discriminazioni Razziali che si svolgerà il 21 marzo al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. "Lasciare il campo non è la soluzione. Ci vogliono tolleranza zero e sanzioni dure contro il razzismo", disse Blatter a commento dell'accaduto, auspicando anche "penalizzazioni di punti e retrocessioni" nei confronti dei club i cui componenti o tifosi si rendano colpevoli di comportamenti razzisti.