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Blatter rieletto a capo della FIFA: un padre-padrone incurante di scandali e corruzioni

Senza alcun altro candidato in lizza, la FIFA continua nel segno di Blatter, rieletto col quarto mandato consecutivo. Intanto, dietro le quinte, Platini studia le strategie per diventarne degno successore.
A cura di Alessio Pediglieri
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Joseph Blatter

Sepp Blatter è stato rieletto come presidente della FIFA, una rielezione che ha avuto il sapore di un golpe studiato nei minimi particolari, coadiuvato da situazioni e uomini che hanno ‘gestito' la vigilia lasciando lo stratega svizzero quale unico candidato eleggibile. Come nei migliori film, oggi, però si è arrivati alla resa dei conti. Conti salati, stando alle aspettative attuali, con la FIFA che è diventato sempre più un campo di battaglia e sempre meno un organo vitale alla produzione e sviluppo del movimento calcistico internazionale. Le elezioni hanno rimescolato un sistema oramai sempre più in fermento: per la carica presidenziale ogni colpo è stato valido, anche i più bassi e i più biechi. Nella migliore tradizione delle lotte politiche.

Joseph Blatter

La prima testa era già caduta ancor prima di iniziare i giochi elettorali: si tratta di Mohammed Bin Hammam, uno degli attuali principali indagati e accusati di corruzione e da sempre storico avversario di Sepp Blatter. Il Comitato Etico lo aveva sospeso per il tempo necessario all'esaurimento dell'inchiesta, ma lui ha anticipato ogni altra decisione, autoeliminandosi, ben capendo che non c'era nulla da fare, essendo stata compromessa la sua figura politica. Per lui, una sorte ‘scritta' da alcune settimane, ma solo per lui, visto che il suo alter ego, Sepp Blatter, indagato per tangenti, è stato scagionato dalle medesime accuse da parte del medesimo Comitato Etico. Di fatto, oggi l'attuale neo presidente FIFA si ritrova moralmente ineccepibile in una elezione che appare quasi una dittatura autoritaria, senza un vero avversario per la successione.

LE ACCUSE INGLESI – Blatter è stato rieletto senza problemi, per l'ultimo mandato a 75 anni – per regolamento non certo per sua volontà – malgrado la sua immagine sia deteriorata da tempo. Eppure, appare inossidabile e inaffondabile, navigando su scandali e corruzioni senza alcun timore, tenendo anzi forte il timone e con una rotta ben ferma e decisa. In Inghilterra da tempo gli si sta facendo una campagna mediatica che smascheri gli ultimi gravissimi ed evidenti inghippi diplomatici: l'assegnazione dei Mondiali del 2022 al Qatar – della cui federazione è presidente proprio Bin Hammam – è stata sempre considerata a Londra una grande sconfitta ma anche un affare per nulla chiaro. I giornalisti inglesi non si sono mai dati pace e ultimamente hanno confermato la tesi secondo la quale dietro questo verdetto ci sia stata una rete di corruzione e di campagna-acquisti orchestrata proprio da Bin Hammam: soldi in cambio di voti a favore.

Joseph Blatter

Ma Bin Hammam non ha potuto coordinare il tutto da solo ed ecco allora ricomparire l'ombra di Blatter che prima avrebbe acconsentito e tutelato la decisione per poi innalzare sull'ara del capro espiatorio proprio il rivale più pericoloso alla vigilia delle elezioni. Eppure, solamente gli inglesi hanno avuto la ‘pazzia' di imputare a Blatter colpe che altri faticano a trovare il manovratore o il colpevole. Come l'Italia, altra forte delusa dall'assegnazione degli Europei 2018, assegnazione alla Russia, ricca di scandali, che invece di appoggiare la Federazione anglosassone si è semplicemente affrettata a dire che avrebbe votato regolarmente alle elezioni della FIFA in assoluta concordanza con le direttive UEFA, cioè secondo il volere di Michel Platini.

L'ALLIEVO PLATINI IMPARA LE ULTIME LEZIONI – "L'immagine della FIFA ha molto sofferto" aveva detto Blatter davanti alle accuse inglesi, ma è lui stesso ad essere in difficoltà: il suo governo è un gigante dai piedi d'argilla.

Joseph Blatter

E' stato rieletto, ma sarà un mandato di compiacimento e di interesse da parte del suo futuro successore – già stabilito a tavolino da tempo – Michel Platini che salirà sullo scranno più potente del controllo del calcio nel 2015, dandosi il tempo in questi anni di consolidare la propria immagine e il proprio potere ‘utilizzando' l'immagine logora e compromessa di Blatter ancora un po'. Anche perchè lo stesso ex fenomeno del calcio francese sta ‘studiando' per bene ottenendo ottimi risultati come l'elezione per acclamazione dello scorso 22 marzo a capo dell'UEFA. Non a caso, molti membri europei sono di fatto scontenti delle attuali normative che permettono candidature e votazioni, secondo un rigido regime democratico: una testa, un voto. Senza tener conto del diverso peso specifico delle varie Federazioni e – quindi – dei vari voti, finendo per agevolare accordi sottobanco e ribaltoni a tavolino. Un sistema voluto e gestito dallo stesso Blatter, sempre più solo al comando mentre oramai nessuno più si fida di porgli la mano: è salito alla FIFA come un ‘man dead walking', con chi prima gli era devoto, oggi nemico dichiarato come Jack Warner presidente della Concacaf che ha denunciato Blatter di corruzione avendo ‘donato' alla sua federazione un milione di dollari.

Joseph Blatter

BLATTER DIXIT – Ma per Sepp Blatter è tutto normale anzi, cristallino. "Nelle relazioni della FA non ci sono elementi che permettano di avviare qualsiasi tipo di procedimento. E i prossimi mondiali non saranno influenzati da quanto c'è scritto lì" ha detto l'ex colonnello dell'esercito svizzero circa le accuse di corruzione in seno alla federazione internazionale portate avanti dalla federcalcio inglese. E poi ancora: "Io devo essere fermato? In che senso. Mi chiedo per che cosa. Comunque non ho nulla da dichiarare in merito. E non ho il diritto di commentare le decisioni del comitato etico, anche se mi dispiace per quanto è accaduto a Warner. Credo che la decisione sul 2022 sia stata portata avanti e condotta nelle stesse condizioni di quella del 2018 – ha risposto Blatter -. Non ci sono stati problemi per la Fifa, e non c'è alcun dubbio sulla limpidezza della scelta dei Mondiali del 2022. Ho cercato di portare la reputazione della Fifa ai massimi livelli, ma siamo parte di un gioco e devo dire che all'interno di questo gioco, e non parlo solo del campo, c'è anche una componente di azzardo, di cose clandestine.

Joseph Blatter

Fino al 1998 non abbiamo avuto problemi, poi anche tanti piccoli diavoli possono entrare in questo gioco e siamo in una condizione particolare. Ma ora i delegati della famiglia del calcio devono cogliere l'opportunità di tornare a stabilire la credibilità della Fifa". Questo il dictat blatteriano capace anche di rispedire al mittente le richieste della Federazione inglese di far slittare le elezioni, considerate irregolari in mancanza di più candidati.

Dopotutto, con Blatter ancora in sella nessuno vuole adesso la ricostruzione, anzi. A sottolinearlo sono state anche le parole di Valcke, il segretario generale della FIFA: "Perchè avremmo dovuto sospendere le elezioni? Perchè la stampa ce lo chiede? Non c'è ragione per farlo". Anche perchè il terreno è stato ben seminato: Hammam corrotto e condannato, Blatter assolto e rieleggibile. Meglio di così non poteva essere perchè è andata come doveva andare: avversari sbaragliati ancora prima delle elezioni, dimessisi o sospesi, con Blatter che è l'unica alternativa a se stesso. Per una nuova era si dovrà attendere il 2015, quando verrà eletto Michel Platini. Ma qualcosa cambierà davvero?

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