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Bidoni del Calcio: José Luis Calderon, la più grande delusione del Napoli

Arrivato per 7,5 miliardi di lire, José Luis Calderon vide il campo col contagocce, ricevendo in breve tempo l’etichetta di “Bidone”: la breve esperienza del “bidone napoletano” per eccellenza.
A cura di Giuseppe Senese
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Bidoni del Calcio: José Luis Calderon, la più grande delusione del Napoli

Quando parli della storia del calcio a Napoli, alla parola "bidone" la risposta corrisponderà sempre allo stesso nome: José Luis Calderon. Il suo arrivo sotto il Vesuvio fu celebrato mediaticamente in pompa magna, decantandolo come uno degli acquisti più prestigiosi, ma sopratutto costosi, della storia del glorioso club partenopeo, con ben 7,5 miliardi di lire sborsati per il suo acquisto.

L'attaccante, bomber dell'Indipendiente e nel giro della nazionale argentina, arrivò a Napoli con un grosso bagaglio d'aspettative, promettendo fuoco e fiamme: «Sono venuto a Napoli per fare gol: ne farò più di Angelillo». Per la cronaca, il leggendario attaccante del Milan di gol ne fece ben 33, Calderon, invece, ha visto la Serie A principalmente dalla panchina e dalla tribuna.

L'attaccante argentino, infatti, scenderà in campo con la maglia azzurra soltanto sei volte, collezionando un'impressionante collezione di figuracce: lentezza esasperante, mira decisamente imprecisa, insomma, un vero strazio. I tifosi assisteranno a breve alla peggior annata mai vista nel capoluogo partenopeo, e Calderon non riuscirà a farsi spazio tra le macerie lasciate da quella stagione funesta: né Mutti, né Mazzone, né Galeone gli daranno qualche chance in più, tanto da "costringere" la società a disfarsene, rispedendolo al mittente.

Lo stesso Calderon non fu contento di tale trattamento: «Non mi è stata data la possibilità di dimostrare le mie capacità. Anche Balbo, Crespo, Batistuta hanno avuto bisogno di 6 – 7 mesi di tempo per ambientarsi. Persino uno come Maradona ebbe problemi nel primo anno di Napoli. Io sono stato bocciato subito, senza prova d'appello. Il momento più brutto? Alla vigilia della trasferta di Genova, contro la Samp, quando mi fu comunicata l'esclusione dalla rosa dei titolari. Rimanemmo in tre, a Soccavo, ad allenarci: con me c'erano anche Prunier e Conte. Mi sentii crollare il mondo addosso». Sfortuna o inettitudine? Poco importa, l'etichetta di "Bidone per eccellenza" nell'ambito della società partenopea non gliela toglie nessuno… a meno di clamorose sorprese future.

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