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Berlusconi: “Dopo 30 anni è ora di cedere il Milan”

Il presidente del Milan ribadisce la sua volontà di lasciare a qualcuno che possa investire e dunque far risorgere i rossoneri.
A cura di Marco Beltrami
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Solo pochi giorni fa Silvio Berlusconi aveva confermato la sua volontà di cedere il Milan. La presunta cordata cinese sembra molto interessata alla volontà di prendere le redini di una società in cui il presidente resterebbe comunque per i primi 3 anni nelle vesti di “tutor”. Una scelta di cuore quella del patron, legata alla voglia di vedere il suo Milan nuovamente competitivo e ribadita ai microfoni di Tele Radio Più. Senza troppi giri di parole Berlusconi ha lanciato un appello molto chiaro ai possibili acquirenti: “Io penso che dopo 30 anni per me sia arrivato il momento di passare la mano, ma voglio lasciare il Milan a chi saprà renderlo protagonista in Italia e nel mondo, a chi si impegna a mettere soldi ogni anno nella squadra".

Sono cambiate tante cose nel calcio con il passare degli anni.  Nei suoi 30 anni da presidente, Berlusconi ha visto anche il mercato stravolto dall’ingresso di capitali importanti per calciatori spesso sopravvalutati. Una situazione resa possibile recentemente anche dall’arrivo dei soldi provenienti dal petrolio: “L'arrivo dei soldi del petrolio ha fatto sì che se si pensa a quello che viene valutato come un top player sembra di essere dentro un Monopoli. I soldi valgono in modo diverso della normalità e sentire richieste che corrono per questo o quel giocatore fa stranire”.

Ai microfoni dell’emittente romana poi il numero uno del club meneghino è intervenuto sui temi caldi in casa Lazio e Roma. Dal possibile accordo con Prandelli per i biancocelesti, al futuro di Totti per i cugini: “Prandelli è senz'altro un professionista serio e può certamente essere una guida per la Lazio. Penso sia un allenatore completo, lo conosco, è molto simpatico. Prandelli si fa amare dalle persone con cui collabora. Totti? Dopo gli exploit delle ultime partite è giusto che la società gli dia la possibilità di un'altra stagione, mi sembra una cosa giusta tenerlo poi come dirigente della Roma".

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