Bergamo, sfrattata la squadra dei migranti di Foresto Sparso: “Ci hanno mandati via”

Che non sia un periodo "buono" per i migranti che provano a stabilizzarsi o a transitare in Italia è abbastanza evidente ma adesso sembrano non essere ben accette anche le squadre di calcio formate solo da ragazzi africani. In provincia di Bergamo c'è un paese, Foreste Sparso, che si trova nelle valli vicino al Lago d'Iseo ed è un comune di poco più di tremila abitanti noto soprattutto per essere "il paese della grappa". Negli ultimi giorni questo paese è salito alla ribalta per una polemica che ha coinvolto una squadra di calcio locale, l'ASD Sen Academy Foresto Sparso, formazione fondata nel 2015 che ha come caratteristica principale quella di essere composta solo da migranti Infatti nell'attuale rosa figura un solo ragazzo di origini italiane.
La squadra milita in Seconda Categoria ma da qualche settimana, come riporta il quotidiano La Stampa, è stata sfrattata dalle strutture di Foresto Sparso perché, come ha spiegato in maniera tecnica il sindaco del paese, Roberto Duci, "è stato fatto un nuovo bando per l'utilizzo del campo sportivo comunale e la squadra non ha partecipato. La gestione della struttura se l'è assicurata la Polisportiva dell'oratorio".
Per questo motivo da diversi giorni la squadra è stata costretta a traslocare e per allenarsi si sta muovendo verso Calcinate (Bg), a 20 km da Foresto Sparso, mentre le partite le giocherà nell'impianto bresciano di Palazzolo sull'Oglio. Il tecnico della squadra è il senegalese Bassirou Ndiaye a La Stampa ha risposto per le rime al sindaco del paese bergamasco:
Non è corretto dire che ce ne siamo andati volontariamente, abbiamo rischiato di scomparire del tutto, ci siamo iscritti all'ultimo giorno utile. L'ostilità nei nostri confronti è sempre stata tanta. Ci hanno mandati via.
Oltre alle parole dell'allenatore la squadra ha riposto con un post pubblicato sul proprio profilo Facebook e ricordando Martin Luther King afferma che "anche la sen Academy Foresto Sparso combatte le battaglie di ieri e di oggi affinché anche il calcio sia vetrina per i diritti civili di tutti, senza distinzioni di razza, genere, status sociale e orientamento sessuale".