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Beretta sui cori razzisti: “Norma da cambiare”

Abete: “Mantenere il senso della misura ed il rispetto per l’avversario”. Marotta: “Inammissibile una partita a porte chiuse”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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maurizio beretta lega calcio

Continua la polemica sulla "discriminazione territoriale": per Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A, "la norma è da cambiare. Abbiamo spedito formalmente alla Federcalcio una lettera" – ha spiegato Beretta – "chiedendo di convocare urgentemente il Consiglio Federale. Dobbiamo aver un sistema sanzionatorio che tuteli gli interessi dei tifosi perbene. Altrimenti, rischiamo di di consegnare le chiavi del calcio alle piccole minoranze che si macchiano di questi gesti". In leggera controtendenza il parere di Giancarlo Abete: "Bisogna cercare di tarare al meglio le pene, attraverso una riflessione tesa ad evitare protagonismi da parte di frange becere del tifo. La norma deve restare punita, ma non prestarsi a strumentalizzazioni di chi vuole creare danni. Nel calcio va mantenuto il senso della misura ed il rispetto per l'avversario".

Contro le pene alle società anche il dg della Juventus, Giuseppe Marotta: "E' inammissibile immaginare che una partita di calcio di serie A possa giocarsi a porte chiuse", ha chiosato. E intanto, il numero uno della UEFA, Michel Platini, ha dichiarato sempre nella stessa giornata di oggi, che "la discriminazione territoriale è una questione tutta italiana. Non bisogna rivolgersi all'Uefa per la discriminazione territoriale, è di competenza della Federcalcio italiana. Ben altra cosa invece è il razzismo. Ritengo però sbagliata la proposta di chi vuole togliere punti alle squadre per episodi di questo tipo: così si punirebbero i calciatori e non i tifosi. Bisogna punire i tifosi e non farli entrare negli stadi, al massimo chiudendone una parte".

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