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Beppe Iachini, il sottovalutato di successo che rilancia la Fiorentina all’italiana

Senza il gol di Orsolini al 94′ della gara d’esordio, Iachini avrebbe chiuso il suo primo mese alla Fiorentina con 4 vittorie in altrettante gare (compreso il passaggio del turno in Coppa Italia ai danni dell’Atalanta). Ora il tecnico cerca il salto di qualità che gli regalerebbe anche maggiore considerazione nell’ambiente.
A cura di Mirko Cafaro
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Il gol al 94′ del bolognese Riccardo Orsolini, lo scorso 6 gennaio, gli ha rovinato l'esordio e, col senno di poi, impedito un percorso netto che avrebbe reso ancora più luminoso il suo primo mese sulla panchina dell'amata Fiorentina. Ciononostante, per Giuseppe Iachini potrebbe essere arrivato il momento dell'atteso salto di qualità. Dal suo approdo in Toscana al posto di Montella, le premesse sembrano essersi create e messe in fila in un ordine molto interessante.

A Firenze il tecnico, originario di Ascoli Piceno ma legato alla piazza per i suoi trascorsi da calciatore, ha la possibilità di mettere il suo marchio sul progetto-Commisso valorizzando i tanti giovani a disposizione e conducendo la squadra in posizioni di classifica all'altezza degli ambiziosi piani del nuovo presidente italo-americano. A livello personale, invece, l'occasione si pone quale prima chance per il salto di qualità in una lunga carriera da sottovalutato… di successo. Successo raccolto soprattutto al piano di sotto: sempre vincente in B (promozioni con Chievo, Brescia, Sampdoria e Palermo) e quasi sempre da subentrato, affidabile ma poco cercato, almeno dall'inizio, in A.

Ruolino di marcia con la Viola

Iachini è stato chiamato alla corte della Fiorentina durante la pausa per le festività natalizie. La squadra era reduce da otto partite senza vittorie, con lo straccio di tre punti conquistati e l'ultima vittoria datata 30 ottobre col Sassuolo. Un crollo verticale che aveva minato le certezze di un gruppo giovane e di talento e che è costato la permanenza a Montella. Il nuovo tecnico ha saputo così far quadrato e restituire slancio e motivazioni lavorando a fondo su pochi concetti, a cominciare dalla solidità difensiva. All'esordio arriva così il pari in extremis del Bologna (1-1), proprio quando i viola pregustavano il ritorno al successo per giunta in trasferta. Appuntamento rinviato solo di una settimana, grazie all'1-0 ai danni della Spal, dopo il quale arriva anche il 2-1 a sorpresa sull'Atalanta in Coppa Italia, che vale il passaggio ai quarti. Ieri la ciliegina sulla torta con il 2-0 sul Napoli, al San Paolo. Nel complesso, dunque, 3 vittorie e un pari, sei gol fatti e due subiti, per una squadra che prima dell'arrivo di Iachini ne aveva realizzati 19 e subiti 27.

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Impostazione all'italiana, con buona pace dei "giochisti"

Questa Fiorentina, dunque, appare già a immagine e somiglianza del suo allenatore: solida, concreta, con pochi fronzoli, brava a chiudersi, rapida a ripartire in campo aperto e sempre pronta ad allargare il campo con frequenti cambi di gioco, guidati in particolare dal genietto Castrovilli. Un'impostazione di base che ricalca il 3-5-2 già utilizzato da Montella, ma con un sistema più dinamico che ha riportato in auge il "dimenticato" Benassi al posto di Badelj e proposto una fase difensiva molto più efficace. Tra i meriti di Iachini l'abilità nell'instaurare un immediato feeling con Chiesa, oltre al rapido inserimento di Cutrone (in gol alla prima presenza da titolare, in Coppa Italia), senza trascurare gli altri elementi dell'attacco viola: da Boateng, proposto anche dal primo minuto, e Vlahovic, autore di un super gol con il Napoli.

La carriere: vincente in B, affidabile in A

Dopo una lunga carriera da mediano di fatica, i suoi esordi in panchina sono al Venezia con Zamparini, quando ancora non era in possesso del patentino di allenatore. Deve per questo attendere Cesena per la sua prima presenza "ufficiale" da tecnico. In Romagna, in C1, sfiora la promozione e raccoglie subito consensi. Seguono i passaggi al Vicenza e al Piacenza: in Emilia, in particolare, resta dal 2004 al 2007 chiudendo quarto, nell'ultimo torneo in B, alle spalle di Juventus, Napoli e Genoa. Un sostanziale miracolo. Arriva così la chiamata del Chievo, appena retrocesso in B, che riporta al piano di sopra con il record di 85 punti.

In A le cose, però, non vanno bene e arriva l'esonero dopo 10 giornate. A Brescia il copione si ripete quasi in toto: a stagione 2009-2010 iniziata, subentra a Cavasin e guadagna un'altra promozione, questa volta passando per i play off (sconfitto il Torino in finale), ma nella massima serie incassa un altro esonero. Arriva quindi il turno della Sampdoria, altra nobile retrocessa in B: altro subentro, altra promozione, ma in A la società gli preferisce Ferrara prim'ancora di cominciare. Dopo la breve parentesi Siena in A (con annessa retrocessione), arriva la chiamata in B di Zamparini al Palermo al posto di Gattuso: promozione al primo anno, 11° in A l'anno dopo, ma al terzo torneo di fila arriva l'esonero. Più di recente si registra il feeling mai nato con l'Udinese, dove dura 7 partite, l'ottima salvezza in A col Sassuolo, da subentrato, salvo poi ricevere il benservito dalla società che gli preferisce De Zerbi e l'Empoli nel 2018, dove resiste in carica 16 partite.

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