Beppe gol e mister miliardo: Savoldi, 70 anni da bomber
Il calcio italiano sta tornando a piccoli passi verso un'italianità più marcata grazie alla buona stagione di squadre con molti giovani come Milan e Sassuolo su tutte. C'è stato un momento, ormai per tutti una vera e propria preistoria calcistica, in cui nel campionato italiano era all'insegna dell'autarchia. E in questo calcio a farla da padrone erano i grandi attaccanti italiani: prima Gigi Riva, poi Boninsegna, ma a metà degli Anni '70 il centravanti che tutti volevano era Giuseppe Savoldi, nato a Gorlago, in provincia di Bergamo, il 21 gennaio di 70 anni fa. La famiglia lo ha cresciuto a pane e sport: la madre, Gloria Guerini, ha vinto il primo campionato italiano di pallavolo femminile con la Amatori Bergamo, mentre il fratello Gianluigi è stato anche lui calciatore di buona fama.
L'esordio con la maglia della Dea
La sua prima squadra non poteva che essere l'Atalanta, da sempre capace di intercettare e coltivare i talenti del territorio. Esordisce in prima squadra a diciotto anni e nella sua prima partita da professionista contro il Vicenza in Coppa Italia segna subito un gol. Inizia però con cautela anche perché gli allenatori lo alternano fra ala sinistra e il suo ruolo naturale di centravanti, giocando solo 9 partite totali nel suo primo anno in cui segna però 3 gol. Il 9 ottobre 1966 segna anche il suo primo gol in Serie A contro la Lazio a Roma e da quel momento viene regolarmente utilizzato come centravanti, realizzando fino alla fine della sua seconda stagione 5 gol in campionato.
Goleador negli Anni Settanta
Tutti iniziano a seguirlo con interesse perché ha un ottimo fiuto per il gol e anche perché avendo giocato da ragazzo anche a basket ha un'elevazione formidabile. Dopo altri 12 gol con l'Atalanta, lo acquista il Bologna in cambio del centravanti felsineo Sergio Clerici e 175 milioni di conguaglio. Gioca con il Bologna fino al 1975 vincendo due volte la Coppa Italia, una Coppa Italo-Inglese ma non riuscendo mai ad insidiare le grandi squadre per il titolo come aveva fatto il Bologna di Fuffo Bernardini nel 1964.
Rete annullata per un raccattapalle
Per Savoldi il numero di gol stagionali è sempre alto e nel 1972-73 è capocannoniere insieme a Gianni Rivera e Paolo Pulici. Manca a referto fra i suoi gol bolognesi un gol realizzato ad Ascoli il 12 gennaio 1975. Savoldi supera il portiere con un tocco verso il palo lontano. Lì vicino è appostato il raccattapalle Domenico Citeroni che mette il suo piedino fra le maglie della rete e calcia la palla fuori. Tutti sanno che la palla era entrata in porta tranne l'arbitro Barbaresco per il quale la palla aveva preso il palo.
Al Napoli arriva mister miliardo
Dopo le grandi stagioni a Bologna tutte le squadre fanno offerte milionarie per prendere Savoldi ma ad aggiudicarselo è Corrado Ferlaino, il presidente del Napoli il quale per prenderlo supera nella sua offerta il miliardo di lire più il cartellino di nuovo di Sergio Clerici e metà di quello di Rosario Rampanti. La cifra totale supera i due miliardi ed è il primo calciatore a costare così tanto in Italia. L'operazione fu contestata in tutta Italia perché Napoli era stata da poco colpita dal colera e si sottolineava come era assolutamente fuori luogo spendere così tanto per un calciatore. La questione morale non limitò il Napoli di Savoldi, il quale in quattro anni partenopei ha segnato 77 gol vincendo però solo un'altra Coppa Italia e una nuova Coppa Italo-Inglese.
La quaterna alla Juve in Coppa Italia. La cosa che i tifosi ricordano di più però è un quaterna alla Juventus in Coppa Italia nel 1978. Ferlaino vuole rinnovare e Savoldi torna a Bologna prima e poi all'Atalanta in serie B . In Nazionale nel 1967 vince i Giochi del Mediterraneo con l'Under 21 a Tunisi e tutto sembra pronto per una gloriosa carriera con la maglia azzurra ma non sarà così: verrà convocato solo per quattro partite nel suo anno d'oro, il 1975, segna un solo un gol su rigore al portiere greco Klessidis in un'amichevole contro la Grecia.
In quel periodo furono molto aspri i suoi commenti nei confronti dei vertici della Nazionale sottolineando come i clan di Juventus e Torino erano troppo forti per dare spazio ad uno come lui fuori dalle grandi squadre del Nord, ma oggi a 70 anni Beppe-gol guarda con grande piacere ai suoi anni di calcio anche perché è ancora oggi nel cuore di tifoserie che amano tanto i suoi idoli come quella del Bologna e del Napoli.