Benfica, Jorge Jesus: “Il Milan? Nessun fascino, meglio allenare qui”
Oggi il presente e il futuro si chiama Filippo Inzaghi e va bene così, ma al Milan poteva arrivare un altro allenatore per sostituire Clarence Seedorf, straniero: Jorge Jesus. Il tecnico vice campione d'Europa con il Benfica finalista di Europa League persa contro il Siviglia, un allenatore che ha dimostrato di avere le carte in regola per fare bene ad altissimi livelli. A confermarlo ci sono i titoli in Portogallo e le recenti cavalcate continentali sfumate solamente davanti all'insormontabile maledizione di Guttman. Ma il club rossonero, a detta dello stesso Jorge Jesus non è meta ambita, meglio rimanere in Portogallo e cullare nuovi progetti di gloria senza confrontarsi con una nuova totale ristrutturazione dirigenziale e tecnica che sta vivendo uno dei club più titolati al mondo.
Altro che Milan – Jorge Jesus non ha dubbi sul proprio futuro professionale che continuerà ad essere in Portogallo con i colori del Benfica: "Sono un uomo di parola. Non mi è mai passato per la mente di andare via. Il Milan non mi ha emozionato e quando qualcosa non mi emoziona è perchè c'è qualcosa di più forte. Penso che nel Benfica posso ottenere più risultati. E’ vero che la vita di un allenatore può cambiare in pochi attimi, ma quello che conta è la mia convinzione di restare".
Onore alla Juventus – Nel corso dell'intervista rilasciata in esclusiva a Benfica Tv, il tecnico di Amadora ha parlato anche dell'ultima Europa League spendendo anche qualche parola per la più quotata Juventus sorprendentemente eliminata dalla competizione continentale in semifinale, tra le principali favorite per la vittoria finale da giocarsi a Torino, allo JStadium: "E' l'avversario più forte che abbiamo incontrato in questa stagione di Coppa. La Juventus è a chilometri di distanza, infatti non capisco come non siano arrivati in finale o in semifinale di Champions League. Hanno dei giocatori ed un sistema di gioco tra i migliori in circolazione. Ho apprezzato, ad esempio, quest'anno il grande lavoro del suo allenatore e di quello dell’Atletico Madrid".